Società “cartiere” per evadere l’Iva: perquisizioni a tre aziende del parmense

Si tratta dell'inchiesta che ha portato perquisizioni e sequestri nella sede del Verona Calcio

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Dall’alba della mattina del 6 dicembre, oltre 100 militari della guardia di finanza ed agenti di polizia stanno eseguendo perquisizioni e consegnando avvisi di garanzia in tutta Italia nell’ambito dell’indagine denominata “Cyrano” e condotta dalla Guardia di Finanza e dalla Squadra Mobile di Reggio Emilia.

Sono 22 le società interessate dalle perquisizioni e 26 gli indagati raggiunti dagli avvisi di garanzia, tra cui anche il presidente del club gialloblù Maurizio Setti.

Tre aziende hanno sede nel parmense. Una in città, intestata a un cittadino albanese, che ha limitato la sua attività al 2019. Avrebbe usufruito di false valutazioni per 140 mila euro. 80 mila euro l’importo contestato per una società attiva nel settore metallurgico, sempre a Parma. A Varano Melegari ci sono due titolari indagati, entrambi residenti a Medesano: fatture inesistenti per un importo pari a 70 mila euro. 

L’operazione di oggi è partita da una richiesta della procura di Reggio Emilia e si basa su quanto finora raccolto attraverso l’indagine che avrebbe accertato la presenza di un’azienda con sede a Modena attiva nel campo delle concessioni pubblicitarie, ma che avrebbe avuto l’unico scopo di emettere fatture per operazioni inesistenti per consentire l’evasione di tasse ed iva. Una cosiddetta società “cartiera” che avrebbe fornito i propri “servizi” a 22 società, dislocate su tutto il territorio nazionale e di altrettanti soggetti risultati essere nel tempo loro rappresentanti legali e/o amministratori. Le persone giuridiche coinvolte nella frode sono società calcistiche, attive nella produzione di programmi televisivi e nei settori dei trasporti di merci, edilizio e meccanico in genere.

Al termine dell’attività d’indagine, è stato documentato (allo stato in via cautelare trattandosi di attività di indagine preliminare) come le 22 società interessate abbiano utilizzato, nelle rispettive dichiarazioni annuali ai fini dell’I.V.A. e delle Imposte dirette, fatture per operazioni inesistenti per oltre 10 milioni di euro.

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