A Parma assunzioni a tempo indeterminato in picchiata: -9,5%. E’ il calo più alto di tutta la regione 

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La provincia di Parma registra il calo più significativo (- 9,51%) in tutta la regione Emilia-Romagna sia per quanto riguarda le assunzioni a tempo indeterminato che per quanto riguarda le assunzioni complessive (- 7.69%) nel primo semestre del 2023, rispetto allo stesso periodo del 2022. Il dato emerge dai dati dell’Inps, elaborati dalla Cisl Emilia Romagna.

Secondo i dati INPS del primo semestre 2023, elaborati da CISL Emilia Romagna, la regione registra un decremento totale del 1,78% delle assunzioni rispetto allo stesso periodo del 2022, totalizzando 403.771 nuovi contratti lavorativi contro i 411.100 dell’anno precedente. I dati inoltre confermano una tendenza ormai acquisita: la maggioranza di queste nuove assunzioni è a tempo determinato: solo il 14.26% dei contratti è stato a tempo indeterminato (-0,42%), mentre il 33.53% è a termine (+0,30%), il 4.37% in apprendistato (-5,92%), il 17.15% stagionale (-1,80%), il 15.85% in somministrazione (-8%) e infine il 14.49% intermittente (+0,77%).

Nuovi Rapporti di lavoro

Dai dati emerge che al livello regionale solo il 14,26% è a tempo indeterminato: Rimini è la provincia con la percentuale più bassa, solo il 4,55% dei nuovi rapporti di lavoro è a tempo indeterminato, segue Ravenna con l’8,27%, Forlì-Cesena 9,77%, Ferrara l’11,75%, Parma 17,64%, Bologna 18,07%, Reggio Emilia 18,95, Modena 20,65%, in fine Piacenza con il 22,28%.

A Parma assunzioni a tempo indeterminato in picchiata -9,5%: è il calo più alto di tutta la regione 

Parma è la provincia che registra il calo principale con -9,51% (il totale è sceso da 6.952 a 6.291) seguita da Ferrara -3,46%, e Bologna -2,02%. In controtendenza troviamo al primo posto Piacenza che registra un aumento del +10,70% Modena +9,56% e Reggio Emilia +0,78%. Sia gli uomini che le donne hanno sperimentato una significativa diminuzione nei nuovi contratti di lavoro nel 2023. Gli uomini hanno registrato una riduzione del 5,58%, mentre le donne hanno subito una diminuzione ancor più marcata del 10,25%. Questo indica una sfida significativa nel mercato del lavoro per entrambi i sessi ma più complicata per le donne.

Donne

Assunzioni: le donne registrano una riduzione doppia di quella degli uomini 

“Va senz’altro incentivata l’occupazione a tempo indeterminato attraverso l’introduzione di incentivi fiscali e finanziari per le imprese che assumono a tempo indeterminato – commenta Angela Calò, segretario generale aggiunto CISL Parma Piacenza – ed è necessario investire nella formazione e riqualificazione professionale con un maggiore impegno nella formazione e nella riqualificazione dei lavoratori per renderli più competitivi sul mercato del lavoro ed incrementare le opportunità di ottenere contratti a tempo indeterminato.” Un altro aspetto fondamentale, secondo Calò, riguarda la regolamentazione dei contratti a termine al fine di prevenire abusi eccessivi: “Per questo bisogna valutare attentamente le politiche e le strategie per garantire che il lavoro precario non diventi la norma ed aumentare le politiche a favore dell’apprendistato per incentivare le aziende a investire nella formazione dei giovani.” Un altro fattore da non sottovalutare riguarda la discontinuità lavorativa che, afferma Calò, danneggia il sistema pensionistico e mette a rischio la tenuta economica e sociale del nostro territorio: “CISL sta chiedendo con forza che il Governo inserisca nella Manovra la pensione contributiva di garanzia per i giovani e un maggior sostegno per la previdenza complementare, che rappresenta il secondo pilastro del sistema pensionistico nel nostro Paese, a patto che sia frutto di contrattazione sindacale.”

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