Massari condannato dalla Corte dei Conti. Gambarini: “Si dimetta e paghi”

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“Ora è scritto nero su bianco: il sindaco Andrea Massari con il suo fido dirigente Gilioli e tutta la giunta comunale in carica all’epoca della vicenda (il 2018) non hanno agito correttamente nella vicenda della mancata assunzione di Claudio Malavasi come dirigente amministrativo del Comune di Fidenza”.
Lo annuncia sui social Francesca Gambarini, che aggiunge:
“La Procura della Corte dei Conti nella prima sentenza di condanna definiva così questo comportamento illegittimo:
🔸 […] La condotta tenuta dai vertici del Comune di Fidenza, nell’occorso, è stata improntata alla massima sprezzante negligenza, lasciando trasparire una pervicace volontà di ostacolare in ogni modo l’assunzione del sig. Malavasi,
impegnando a tal fine tutte le risorse a disposizione dell’Ente locale che, invece, avrebbero dovuto essere utilizzate per perseguire finalità di pubblico interesse. […]
Per questi motivi sono stati condannati definitivamente dalla Corte dei Conti a risarcire il danno causato per non aver voluto assumere come dirigente amministrativo il dottor Claudio Malavasi, che a quel posto aveva diritto dopo aver partecipato al concorso indetto dal comune. Testardamente e caparbiamente il sindaco Massari ha voluto sfidare ogni grado di giudizio amministrativo e contabile, uscendone sempre sconfitto.
Tanti soldi pubblici sono stati spesi solo perchè Massari aveva deciso che non poteva essere Malavasi il dirigente assunto dal comune, come poi emerso anche da alcune testimonianze tra cui quella di un assessore di allora.
La Procura della Corte dei Conti ha descritto così la cosa:
🔸[…]E’ comunque un dato di fatto oggettivo che il Comune di Fidenza (il cui vertice politico è il Massari), ha pervicacemente ostacolato l’assunzione del sig. Malavasi, con una serie di condotte finalizzate a renderla impossibile, condotte che non si sono fermate neanche a seguito di pronunce dell’Autorità giudiziaria, pur lapidarie nel giudicare il ricorso del sig. Malavasi “manifestamente fondato”, pronunce che sono state dapprima impugnate, quindi impunemente disattese. […]”.
“Sulla questione, si era già pronunciata più volte la giustizia amministrativa, ora è stata la volta di quella contabile. E sappiamo che è aperto anche un filone penale sulla vicenda, di cui attendiamo gli sviluppi. Ora al sindaco, alla sua giunta e al suo fido dirigente resta da fare una sola cosa. Anzi due.
Pagare quanto dovuto e dimettersi” – chiosa Gambarini.

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