Pecchia: “Sudtirol squadra difficile da bucare. Esame di autocontrollo e maturità”

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Le dichiarazioni dell’allenatore crociato Fabio Pecchia, durante la conferenza di presentazione del match contro il Sudtirol, rilasciate nella sala stampa del Mutti Training Center di Collecchio.

SUDTIROL, UNA REALTA’ INVALICABILE 
“Il Sudtirol non è una sorpresa, è una realtà solida con un’idea molto chiara e non rappresenta la parte iniziale di una sorpresa, di una neopromossa, ormai l’ha dimostrato, ha numeri da grande squadra e sogna la Serie A. Ed è davanti non per caso. Ha un tipo di gioco e una filosofia molto netta e chiara. Per noi è un esame di autocontrollo, una partita che dovremo saper gestire e dura 100 minuti. Tutti, e sottolineo tutti, dovremo capire il tipo di gara ed essere pazienti. Non è un caso che due neopromosse sono lì a competere per la Serie A. Questo deve dare indicazioni, perché poi si ottiene risultati non solo con dei valori ma anche con continuità, di lavoro, di entusiasmo che si portano dietro dal campionato scorso. La squadra è in un crescendo, hanno entusiasmo, consapevolezza e forza, i numeri sono straordinari. Ecco perché parlo di un esame di autocontrollo, sarà una partita che dovremo sviluppare in alcuni tratti in maniera diversa rispetto al solito. E’ una squadra, che al di là dei numeri, diventa quasi invalicabile, perché si trova a proprio agio ed è abile a ricostruire e ripartire e sfruttare le occasioni. Ha una propria forza. Il possesso palla dipende dove viene fatto, noi dobbiamo sviluppare dentro la metà campo avversaria. Quindi sono dati, ma hanno un valore relativo. Giocare contro Bisoli ti impone di trovare strade alternative, ci è capitato all’andata e anche in passato. Hanno numeri straordinari e bisogna fargli i complimenti perché è un lavoro sotto gli occhi di tutti”.

LA CONDIZIONE DELLA SQUADRA
“Stanno bene Buffon e Ansaldi, si sono allenati, io parlo di gestione delle risorse per la gara ma tenendo conto del minutaggio e della settimana che ciascun giocatore ha sviluppato. Vazquez? Lavoriamo in un modo, la filosofia e identità sono nette, poi ci sono dei dettagli che vanno applicati all’avversario di turno. Tante volte abbiamo trovato squadre che abbiamo costretto a difendersi, credo che qui ci sarà proprio una filosofia di una squadra che ama farsi attaccare. Quando ci sono spazi così ristretti, bisogna fidarsi poi a giocatori, alla qualità, alle giocate in velocità, e chi ha l’uno contro uno per creare superiorità numerica che diventa fondamentale, per qualsiasi tipo di partita ma sabato ancora di più. Man, Zanimacchia, Camara, anche Bonny, possono saltare l’uomo e poter determinare. Inglese e Charpentier? Stanno bene, si sono allenati. Sono pronti e in condizione per poter dare il loro contributo. Mihaila sta meglio, fa lavoro differenziato, il suo cammino sembra in progressione e siamo fiduciosi. Su Franco dico che giocheremo in 11 e abbiamo Benek, Charpentier, Inglese, Bonny, al massimo giocherà uno. Bernabé? Me le cerco, giusto per darvi ragione, che mi diverto a cambiare ruolo, vedrei bene anche Osorio allora…”.

IL FINALE DI CAMPIONATO
“Non è un trampolino, è una partita che vale tre punti, nei dettagli e nel tipo di gara è diversa dalle altre. Ma non è un trampolino. Un momento impegnativo, noi dobbiamo farci trovare pronti e pensare alla partita. Noi abbiamo voglia di giocare sempre per il massimo della posta, al di là che ci si possa avvicinare alla fine del campionato. La abbiamo sempre costruita in questo modo, zero calcoli. La nostra squadra? E’ la voglia di fare, avere una squadra ancora più sbarazzina, che ha l’entusiasmo di giocare le partite e questo deve essere uno stimolo. E invece non vedere come un peso la ricerca della vittoria“.

 

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