Peculato e corruzione, mazzette per appalti: terremoto sul “Magistrato per il Po”. Perquisizioni e sequestri

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Ipotesi di corruzione e peculato sull’attività di Aipo, l’Agenzia interregionale per il fiume Po con sede in via Garibaldi.

Nella giornata di mercoledì i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Parma hanno eseguito un decreto di perquisizione e sequestro emesso dalla Procura della Repubblica di Parma nell’ambito di un procedimento penale in fase di indagini preliminari.

Le perquisizioni sono state eseguite nei confronti del Direttore di Aipo, di un dirigente della medesima Agenzia e nei confronti del rappresentante legale e di due impiegate di un’impresa di lavori edili di Parma, affidataria di opere da parte della citata Aipo.

Il provvedimento scaturisce da un’attività investigativa delle Fiamme Gialle di Parma concernente il possibile uso indebito di un’auto di proprietà dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po  da parte dell’allora Segretario Generale dell’Ente, poi nominato nel luglio 2022 direttore di Aipo.

Durante l’attività investigativa è stato osservato un incontro tra il Direttore di Aipo e un imprenditore, al termine del quale il primo riceveva una busta. L’immediato controllo dei finanzieri aveva consentito di verificare il contenuto della busta consegnata, consistente in denaro contante pari a tremila euro.

Ulteriori attività di osservazione e pedinamento svolte dai finanzieri hanno permesso di monitorare un altro incontro tra l’imprenditore e una sua dipendente con un diverso Dirigente Aipo, prima del quale era stato monitorato uno scambio di buste avvenuto nel piazzale antistante la sede dell’impresa con la partecipazione dell’altra dipendente indagata.

Il quadro investigativo sopra descritto ha portato dunque -allo stato degli accertamenti e fatto salvo ogni ulteriore sviluppo- ad ipotizzare che ci si trovi al cospetto di episodi di corruzione.

Le perquisizioni sono state condotte a Parma, Reggio Emilia e Cremona, negli uffici di Aipo e dell’impresa edile, nonché nelle abitazioni dei principali indagati, al fine di reperire documentazione o altre utilità riconducibili ad accordi illeciti relativi agli appalti monitorati e all’utilizzo improprio dell’autovettura.

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