Magazzino Coop – 31 dipendenti licenziati per aver scioperato

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Mercoledì 1 Febbraio, al secondo giorno di presidio permanente al magazzino Kamila appalto COOP ALLEANZA 3.0, è arrivata la notizia  dell’invio delle lettere di licenziamento verso 31 lavoratori della cooperativa MD Service, tutti iscritti al sindacato ADL COBAS, “accusati di aver scioperato” ad inizio gennaio.

Una vera e propria rappresaglia nei confronti di chi si è rivolto al sindacato e negli ultimi mesi ha denunciato come in quel magazzino fosse un vero e proprio “buco nero” nella regolarità contrattuale, nella legalità e nel rispetto dei diritti basilari del lavoro negli appalti della GDO.

Proprio Martedì il magazzino ha visto l’intervento di funzionari e Carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro a seguito delle denunce per caporalato.

Per oltre due anni e mezzo infatti gli operai si sono misurati con carichi di lavoro insostenibili e abuso di contratti precari, richieste di denaro per il rinnovo del contratto, costretti ad essere sottoinquadrati e sottopagati.

Solo grazie alle proteste e agli scioperi e al supporto dell’ADL COBAS, da Maggio scorso alcune importanti problematiche erano state risolte, con la stabilizzazione dei lavoratori, il riconoscimento di malattia e infortunio, la garanzia dell’orario contrattuale.

In ballo però vi è ancora una tema centrale in periodo di inflazione e carovita, quello del mancato rispetto del Contratto nazionale della Logistica con conseguenti ammanchi salariali per almeno duemila euro all’anno sulla retribuzione.

Una questione che evidentemente l’intera filiera d’appalto dei magazzini COOP ha deciso di risolvere “manu militari” eliminando direttamente i lavoratori scomodi per continuare a mantenere margini di profitto.

Ma adesso il caso rappresenta un precedente serio e preoccupante oltre la vertenza specifica perché il “licenziamento di massa” per aver partecipato ad uno sciopero ricorda tristemente tempi passati e colpisce direttamente il libero esercizio del diritto garantito dall’articolo 40 della Costituzione Italiana e che lo Statuto dei Lavoratori tutela da ritorsioni ed esclude come motivo di licenziamento.

Lesione inaudita e clamorosa di un diritto basilare nel nostro ordinamento democratico che rappresenta una ferita profonda per il territorio di Parma e dell’Emilia Romagna e della loro tradizione democratica e vicina alla giustizia sociale.

Di fronte questo grave abuso sembra che finora anche le Istituzioni abbiano preferito non muovere un dito, con la Prefettura che si è chiamata fuori dalla partita dopo aver seguito da vicino la vicenda negli scorsi mesi.

I lavoratori e il sindacato continuano invece a fare appello affinché venga garantito il rispetto delle libertà democratiche e la tutela dei lavoratori e annunciano ricorsi legali urgenti e nuove mobilitazioni con il proseguo del presidio permanente e una grande iniziativa ai cancelli per la prossima settimana.

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