‘Ndrangheta – Confiscate a Parma tre aziende, sequestri per 13milioni di euro

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Tre società di Parma sono state confiscate nella mattinata di mercoledì 25 gennaio nell’ambito dell’operazione portata avanti dalla Direzione Investigativa Antimafia e dei carabinieri, ultimo atto per un filone dell’inchiesta Aemilia sulla ‘ndrangheta cutrese trapiantata in regione. 

Il procedimento per l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale era stato avviato con la richiesta del Direttore della D.I.A. all’esito di una analisi delle infiltrazioni della criminalità organizzata di origine calabrese nei settori imprenditoriali dell’Emilia Romagna.

Questa mattina la D.I.A. e i Carabinieri hanno eseguito una confisca definitiva di beni, denaro e società, sequestrati per un valore iniziale di 13.000.000 di euro, tra Reggio Emilia, Modena, Parma, Perugia, Crotone e Cutro (KR), nonché conti bancari in Lituania e Romania, nei confronti di dieci persone, quattro delle quali si trovano tuttora ristretti in carcere perché giudicati appartenenti a una famiglia di stampo ‘ndranghetista, di origine cutrese, legati al clan di Nicolino Grande Aracri.

Oggi passano all’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBCS) ventitré immobili, di cui quattro a Reggio Emilia, sei a Bibbiano (RE), tre Vezzano sul Crostolo (RE), nove a Montecchio Emilia (RE) e uno a Cutro (KR), quattro terreni per un totale di quasi cinque ettari, dei quali uno a Perugia, uno a Reggio Emilia e due a Crotone, nonché tredici mezzi tra auto, scooter e autocarri.

Sono state confiscate anche otto società con sedi in Italia e all’estero, in particolare tre a Parma, una a Reggio Emilia, una a Modena e tre in Romania, operanti, a vario titolo, nel settore delle costruzioni, una ditta individuale con sede a Montecchio Emilia (RE) nonché 45 rapporti finanziari intesi come conti correnti, libretti, polizze, cassette di sicurezza, carte di debito/credito tra Italia, Lituania e Romania, dei quali dieci intestati a società e trentanove conti intestati a persone fisiche facenti capo, per la maggior parte, ai dieci destinatari della misura. Gli altri beni già sequestrati sono stati venduti ed il ricavato patrimonializzato a favore dello Stato.

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