8 consigli utili per pagare meno tasse in una srl

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All’interno dello scenario imprenditoriale italiano, la SRL è la forma giuridica più diffusa (oltre 1.7 milioni di aziende attive lo scorso anno). Questa scelta societaria è dovuta sia al buon bilanciamento fiscale (tassazione proporzionale al 27,9% complessiva con 24% di IRES oltre al 3,9% di IRAP), sia alla sua facilità di adattamento in base alle esigenze dell’imprenditore. Sebbene vantaggiosa, rimane indubbio che pagare meno tasse in una SRL – rispettando ovviamente i confini della legalità – rimanga oggigiorno una vera e propria strategia imprenditoriale, un pilastro totalmente slegato alle logiche ed ai volumi di fatturato ma allo stesso tempo congiunto al risultato dei ricavi.

Non a caso è uno degli argomenti più comuni online e che veicola maggior numero di domande all’interno dei forum e dei blog di professionisti, consulenti finanziari e commercialisti. Effetto in parte dovuto anche all’indubbio momento storico che stiamo attraversando (pandemia, conflitto Russo-Ucraino, il caro bollette, l’inflazione etc..) che va a colpire trasversalmente famiglie, SRL ed autonomi. D’altro canto, l’idea di base che l’Italia abbia un carico fiscale alto e che fare impresa nel nostro paese non sia del tutto una strada sempre in discesa, poggia su basi fondate. La pressione fiscale nel nostro paese è infatti tra le più elevate dell’area UE e non sempre l’organizzazione del sistema nazionale Walfare risponde prontamente alle categorie di imprese e professionisti.

Pagare meno tasse in una SRL rimane quindi un’esigenza di sopravvivenza da una parte, ma anche un vero e proprio piano aziendale al pari delle strategie di business e di ampliamento di fatturato. In questi termini, l’essere autodidatta può aiutare nelle prime fasi, ma avere a fianco un consulente esperto che abbia un’esperienza di ampio raggio, rimane il mix ideale e di lungo termine per riuscire a pagare meno tasse con una SRL. In quest’ambito specifico, SixteGroup è uno studio di professionisti piemontese che da oltre 30 anni implementa piani aziendali eterogenei e mirati per i suoi clienti (nazionali ed internazionali), offrendo altresì servizi dedicati per alleggerire il carico fiscale.  SixteGroup ha sede nella zona di Torino ed attraverso un articolo del suo blog spiega quali siano le variabili da gestire ed implementare per pagare meno tasse in una società ed in una SRL. Senza entrare troppo nello specifico, andiamo a vederli in breve qui sotto:

  1. Pianificare la struttura fiscale
  2. Non prelevare gli utili e non distribuirli
  3. Regime di trasparenza fiscale
  4. Pianificare i relativi compensi annui
  5. Sfruttare i rimborsi e le spese dell’attività
  6. Distribuzione utili
  7. Attenta gestione contribuzione INPS
  8. Diventare soci lavoratori
  1. Pianificare la struttura fiscale

Il primo passo col piede giusto sta nella partenza. Pianificare in modo adeguato la propria struttura fiscale aziendale ancora prima di avviarla, permette di sfruttare al meglio i vantaggi univoci del proprio business.

  1. Non prelevare gli utili e non distribuirli

In questo modo si evita di pagare l’imposta sostitutiva del 26% sui dividendi distribuiti, preferendo di investire gli utili nell’autofinanziare l’azienda. Il capitale reinvestito all’interno dell’impresa è infatti soggetto alla riduzione fiscale ACE (Aiuto alla Crescita Economica).

  1. Regime di trasparenza fiscale

Semplicemente si sfruttano gli scaglioni IRPEF, applicando la tassazione di reddito imponibile della SRL sui relativi soci. Per redditi bassi, sottoposti quindi a un’aliquota ridotta – vista appunto la progressività della tassazione – sarà più conveniente e sarà possibile dedurre le spese sostenute da ogni socio.

  1. Pianificare i relativi compensi annui

Nelle SRL, il corrispettivo spettante all’amministratore è stabilito dall’assemblea dei soci. La sua gestione, per certi versi, non differisce gran che da un normale dipendente con busta paga al netto di INPS e IRPEF. Essendo entrambi dei costi per la SRL, hanno l’effetto di ridurre l’utile tassato a fine anno. Una soluzione simile a quella in alto che magari può premiare dipendenti e soci tramite bonus di fine anno (..o di prestazione), tassati meno  – vero  – ma che comunque non vanno ad incidere sulla leva contributiva pensionistica dei singoli.

  1. Sfruttare i rimborsi e le spese dell’attività

il rimborso di costi legati alla gestione della società ordinari e straordinari, così come i rimborsi spese non sono imponibili ai fini fiscali e previdenziali. Ovviamente queste tipologie di costi devono essere ben documentate in funzione del bilancio di fine anno e possono comprendere vitto ed alloggio, nelle trasferte per clienti, benzina e caselli autostradali per spostamenti etc…

  1. Distribuzione utili

Modalità ancora poco penetrata nel know-how delle imprese nostrane per remunerare i soci, la distribuzione utili può rivelarsi un’ottima strategia per “risparmiare” sul pagamento dei contributi INPS. Per i soci di una SRL ad esempio, è prevista una tassazione fissa pari al 26% per i redditi da capitale.

  1. Attenta gestione contribuzione INPS

La questione dei contributi INPS merita un’attenzione specifica, perché da un lato risulta un costo; dall’altro incide sul piano pensionistico e di sussistenza futuro. Spesso valutato come mera “tassa” è in realtà un accantonamento funzionale al ritiro dal mercato del lavoro. Bisogna considerare altresì che in alcuni casi, i soci lavoratori sono tenuti a pagare l’INPS per la quota di reddito generato (a prescindere dai compensi realmente percepiti). Questa quota infatti, non dipende affatto dagli utili che i soci attingono dalla società.

  1. Diventare soci lavoratori

Per ovviare le problematiche e le variabili appena citate, una delle possibilità è quella di stipulare un contratto di lavoro dipendente per i soci, evitando così di pagare la quota INPS della gestione separata e applicare la contribuzione come puro lavoratore dipendente.

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