Rilancio del Verdi, Bui: “Allungamento senza cargo? A Parma l’aeroporto non serve”

L'esponente di Potere al Popolo critico nei confronti dei piani di Sogeap per il rilancio

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Rilancio del Verdi, Bui: “Allungamento senza cargo? A Parma l’aeroporto non serve”. L’esponente di Potere al Popolo risponde al direttore generale di Sogeap.

Per il direttore generale Federico Wendler, il progetto di sviluppo aeroportuale attende l’allungamento della pista. E parla solo di trasporto passeggeri, senza nessun riferimento al cargo.

Ma qual è il futuro che si immagina per il moribondo Verdi, in perdita praticamente da sempre? Non è facile rispondere, perché l’allungamento della pista e il conseguente finanziamento di 12 milioni dalla Regione e di 2 milioni dal Comune di Parma, si basa su un piano poco chiaro redatto da KPMG (una società di revisione e consulenza).

Il piano prevede la trasformazione dello scalo parmigiano in cargo, ma è un documento di cui non si conoscono i dettagli: a noi semplici cittadini non è dato sapere su cosa si fonda la previsione di questo piano di sviluppo. Sappiamo solo che in fiducia la SOGEAP, a maggioranza di proprietà degli industriali di Parma, riceve milioni di soldi pubblici.

Questa manovra rischia di assecondare accordi politico-economici facendoli pagare alla collettività non solo con l’esborso di denaro pubblico, ma anche con le ricadute negative che questa trasformazione avrebbe in termini di impatto ambientale.

Per questo motivo siamo assolutamente contrari al piano cargo. Ma anche l’idea di insistere sul finanziamento pubblico per il solo rilancio del trasporto passeggeri ci lascia eufemisticamente perplessi, soprattutto considerando la presenza di ben tre aeroporti maggiori a un’ora di auto da Parma (Milano, Bergamo e Bologna).

Inoltre, secondo i dati IATA, il traffico aeroportuale ha subito un tracollo negli ultimi due anni e quello passeggeri, in particolare, potrebbe raggiungere i livelli del 2019 solo nel 2024. E sono stime che non contano gli effetti della guerra in Ucraina, con probabili conseguenze sul traffico e sui costi del carburante.

In uno scenario di crisi, rischiamo di scambiare per realtà le speranze di chi cerca di salvare i propri investimenti attingendo a fondi pubblici. È davvero corretta la strada indicata dalla Regione, dal Comune e dagli industriali? E perché non dare tutte le informazioni sul piano di sviluppo, in modo che il dibattito elettorale possa essere un’occasione di riflessione sul futuro della città?

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