Morte di Carla Borlenghi, il dramma della famiglia: “Ci sono alcune cose che non riusciamo a capire”

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Ci sono drammi inevitabili. La morte, si dice, è parte della vita. Ci sono gli incidenti stradali, e ci sono le malattie. Quelle che non lasciano scampo.

Poi ci sono drammi che lasciano solchi difficilmente spiegabili, che lasciano punti interrogativi che aprono ferite che macerano dentro. Uno di questi è la morte di Carla Borlenghi, la piccola morta al Maggiore per una crisi diabetica diventata edema cerebrale.

La famiglia non trova pace, e ritiene alcuni contenuti nelle perizie non siano adeguati a dare risposte. La mamma della piccola, scrive una lettera aperta alla Dottoressa Rossi, primario di anestesia al Maggiore.

Eccola.

“Buongiorno dott.ssa Rossi,  Primario della 1’ Anestesia e Rianimazione dell’ AOU di Parma,

sono la mamma di Carla, deceduta il 22.5.2018 . Le scrivo questa lettera aperta perche’ e’ da tempo che le vorrei fare alcune domande. Il 22.11.22 ci sara’ il processo penale a carico di 5 sanitari e siccome lei che ha firmato la cartella clinica non e’ imputata, non potro’ approfittare del processo per chiedergliele.

Le parlo da mamma perche’ vorrei che questo tema fosse condiviso da tutte quelle persone che come me e lei sono mamme, pur non escludendo le altre.

Una volta disposto il trasporto dall’Ospedale di Fidenza a Parma partiamo con l’ambulanza. Sono vicina a Carla , preoccupata ma tranquilla perche’ vicino a me c’e’ una dottoressa anestesista che ci accompagna. Carla era sveglia , vigile, respirava normalmente e mi guardava.

Una volta arrivati a Parma alle 13,47 purtroppo  non abbiamo trovato nessuno ad attenderci. Il barelliere ci ha accompagnato di sopra al reparto Rianimazione – Terapia Intensiva ma anche lì nessun medico ad attenderci. Solo infermieri. La prima domanda che le faccio e’ : Ma se Carla era grave come avete scritto in cartella clinica perche’ non c’era nessun dottore ad attenderci? 

Poi, dopo 10 minuti, arriva il dottore; un tipo magro , senza capelli e soprattutto spazientito . Non riusciva a trovare le vene alla Carla ed ad un certo punto le storce il polso in un modo tanto sgarbato che gli sarei saltata al collo; ma mi sono trattenuta. Dottoressa, sono questi i modi?

Vengo a sapere dalla lettura della cartella clinica che il dott. Icilio Dodi, Primario di Pediatria si e’ messo d’accordo con lei per il trasferimento della bimba in Terapia Intensiva. Questo avviene in una telefonata mentre Carla e’ ancora a Fidenza. A Parma resto vicino al letto di Carla e mi aspettavo che qualche medico venisse a vederla ma io non ho visto nessuno. Solo infermieri. Quel giorno lei era presente in reparto dalle 7,51 (come appare dalla documentazione rilasciata dalla Procura) ed ha terminato il turno alle ore 18.52. Se Carla era grave ed e’ stata lei che ha concordato con il dott. Dodi il posizionamento in terapia intensiva perche’ non e’ venuta nemmeno a dare una occhiata alla Carla? Eppure era grave come scrivete in cartella clinica.

Passiamo alle ore 2,30 del 22 maggio. Carla sta male. L’ infermiere si faceva vedere solo in occasione dei controlli della glicemia, contrariamente alla infermiera che assisteva il bimbo di colore che avevo alle spalle e che e’ stata seduta accanto a quel bimbo tutta la notte. Sono io che mi accorgo che Carla sta male e dico all’infermiere di andare a chiamare la dottoressa (il che mi sembra gia’ un assurdo).  Quando racconto la vicenda ad una persona competente  gli chiedo : Ma in un caso del genere quando viene avvisato il Primario della struttura? Risposta : In un caso cosi’ grave praticamente subito. Poi se il Primario ritiene di non venire in reparto sono affari suoi. “

Sono abbastanza certa che lei alle ore 7,33 , quando timbra l’entrata in reparto il 22.5.18  e’ gia’ a conoscenza della vicenda di Carla. E se non ne era a conoscenza ne viene informata immediatamente dopo.

Noi eravamo li, io e mio marito accanto al letto ma lei non si e’ fatta vedere. Ma perche’ non e venuta da noi? Perche’ ha dovuto attendere 5 ore prima di appalesarsi? Eppure interviene in cartella clinica con una nota del 22 maggio con orario  8->10 . Dunque alle 8 era li. Io non l’ho mai vista vicino al letto di Carla e mi chiedo come abbia potuto scrivere una nota con orario 8 del mattino se noi non ci siamo mai allontanati fino alle 9,00 del mattino quando ci hanno fatto uscire per un esame EEG. 

Veniamo ora a quando ci e’ stata presentata dalla dott.ssa Laura (tirocinante come scritto in cartella clinica). Sono le ore 12.30 del 22 maggio e siamo andati in stanzetta dove ci ha comunicato la morte cerebrale di Carla. E qui mi fermo per decenza. E’ giusto che le parole pronunciate da lei le senta il sig. Giudice. Io e mio marito non abbiamo e non ci siamo mai sognati di accusare nessun medico in quella sede; anzi a dire il vero vi abbiamo perfino giustificati. Questo lo possono testimoniare le sue collaboratrici dott.ssa Laura M. e dott.ssa Luana R.

A questo punto perche’ ci ha detto quelle parole? Perche’ Carla non e’ stata inizialmente trasferita in pediatria dove ci sono i diabetologi pediatri? Perche? Perche da tre anni e mezzo nessuno mi risponde?

La vicenda di Carla prende 2 binari: uno civile ed uno penale. In data 26.10.21 il sig. Giudice dott. Luca Agostini rinvia a giudizio 5 sanitari per omicidio colposo . In sede civile la Commissione  nominata  guidata dal Prof. Vincenzo Zanardo di Padova,  ci da’ torto.

Recentemente ho scoperto che lei ha la residenza a Padova e, prima di essere nominata Primario a Parma , ha lavorato per anni presso l’ AOU di Padova.

Dottoressa, per caso lei e suo marito, il Prof. Carlo Ori, conoscete il Prof. Zanardo di Padova?

Giovanna Borlenghi, la mamma di Carla”.

Tra i tanti dubbi, la nomina di un perito di parte vicino alla famiglia ed alcune  incongruenze nella cartella clinica. Ma ne parleremo in futuro…

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