Parma, il ponticello della Navetta incompiuto e…l’idiosincrasia verso i ponti

L'opera ancora ferma. Perché pare che il collaudo non lo abbia passato. Anche se altri sostengono manchi la firma di un misterioso funzionario trasferito prima del fatidico autografo

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Lettera firmata

“Pare che le opere bianche in metallo stile calatrava, che si slanciano “maestose” per superare ostacoli naturali e non, non vengano bene a Parma.

Uno “slancio…, nel vuoto” verrebbe da dire.

La prima “mal compiuta” è stata la passerella pedonale sopra la via Emilia, altezza Dadaumpa.

Definita un orribile ammasso di ferro, al quale il Sindaco di allora, Elvio Ubaldi, dovette trovare più di una giustificazione. L’ultima fu che, tutt’al più, essendo di ferro, si sarebbe potuta smontare e collocare da un altra parte. Nel cortile di un qualche asilo, forse? Se vogliamo rimanere in epoca Ubaldi, ci sarebbe da citare anche il ponte De Gasperi. Che non brilla sicuramente per gusto ed eleganza.

I ponti strallati, in genere, si distinguono per leggerezza ed armonia delle forme. Se dovessimo paragonarli ad un cane, viene in mente l’eleganza del Levriero. Qui, invece, sembra di essere di fronte piuttosto ad un mastino napoletano.

Poi, ciliegina sulla torta, il ponte a Nord, e qui ogni commento è superfluo. La storia la conoscono tutti. Arriviamo, adesso, al ponticello della navetta.

Dove, dopo cinque anni dall’alluvione, pare si sia toccato il tragicomico. Una pendenza che con un po’ di ghiaccio o di neve saranno tutti per terra. No, non saranno, sarebbero. Perché pare che il collaudo non lo abbia passato. Anche se altri sostengono manchi la firma di un misterioso funzionario trasferito prima del fatidico autografo. Lo prenderà forse in carico anche questo il magistrato del Po? E per farci cosa? Per stenderci i panni?

Ma siamo sicuri che sia Parma ad avere una idiosincrasia con i ponti moderni bianchi?
Non è per caso che occorra cambiare i progettisti?”.

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