Obbligo di uso della mascherina: perché e dove è ancora in vigore?

Le misure contenitive contro il Covid-19, necessarie a proteggere se stessi e gli altri dal contagio, prevedono l’utilizzo della mascherina in aggiunta ad una frequente disinfezione delle mani e alla distanza interpersonale consigliata.

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Si ha l’obbligo di indossarla in tutti i luoghi chiusi accessibili al pubblico e in tutte le situazioni dove non è possibile rispettare il distanziamento sociale.

Le mascherine possono essere reperite ovunque, soprattutto su internet, un modo pratico per rifornirsi dei DPI (Dispositivi di protezione individuale) senza dover uscire dalla propria abitazione. Ad esempio Mask Haze vende mascherine protettive online di tipo FFP2 e gel igienizzante a prezzi convenienti.

Esistono vari tipi di mascherine protettive in quanto possiedono capacità di filtraggio dell’aria differenti e, per avere funzione protettiva, dovrebbero essere cambiate dopo un certo tempo, relativo al suo livello di sicurezza, per esempio le mascherine chirurgiche di carta dovrebbero essere cambiate ogni 4/6 ore.

Le mascherine ci schermano e proteggono dai droplets, goccioline di saliva che dalla bocca, starnutendo, sbadigliando o semplicemente parlando possono essere mezzi di trasmissione del virus.

L’epidemiologo Pierluigi Lopalco sottolinea quanto sia importante associare il DPI ai cosiddetti comportamenti corretti nei confronti delle norme igienico-sanitarie.

«Sono uno dei mezzi per limitare la trasmissione del virus. È più importante lavarsi spesso le mani e restare a casa in caso di sintomi respiratori».

Nel decreto legge correlato ai DPI si specifica che i cittadini non saranno obbligati a indossare le mascherine chirurgiche di carta ma potranno usare anche mascherine di comunità.

Si tratta di mascherine auto-prodotte, monouso o lavabili, considerate a norma con l’intento di venire incontro alla popolazione nei confronti del costo che può presentarsi settimanalmente cambiando la mascherina ogni 4/6 ore

Le mascherine di comunità dovranno avere le caratteristiche di quelle conformi alla legge idonee a fornire una adeguata schermatura aderendo correttamente al viso, dal mento al di sopra del naso, garantendo comunque una buona respirabilità.

Soluzioni fai-da-te o commerciali fatte in tessuto considerate come una semplice misura igienica per limitare la diffusione del virus e di alimentare l’epidemia, esse infatti non sono da considerare propriamente come DPI certificati, ma semplici limiti tra chi le indossa e il patogeno.

PROTEZIONE OBBLIGATORIA

La legge nei confronti della Fase 3 dell’emergenza Covid-19 prevede un lento allontanamento dalle restrizioni disposte nelle fasi precedenti, iniziato il 15 giugno.

“Addolcire” le restrizioni deve essere relazionato ad una particolare attenzione nei confronti delle norme igienico-sanitarie vigenti e dei comportamenti corretti da mantenere quando si interagisce con le persone al di fuori del nostro nucleo familiare.

L’obbligatorietà nell’uso della mascherina rientra nelle cosiddette norme che garantiscono un trend negativo della possibilità che il paese sviluppi nuovi focolai o nuove ondate infettive.

Negli spazi chiusi ristretti come per esempio l’ascensore, ad esempio, la regola sulla mascherina non vale per chi condivide lo spazio abitativo come conviventi, famiglie e residenti in case condivise.

Nei negozi come negli spazi chiusi comuni, sono tutti obbligati ad avere la mascherina a protezione di naso e bocca.

L’attività fisica non necessita l’utilizzo di un dispositivo di protezione a meno che questa attività non si svolga in degli spazi comuni.

L’obbligo della mascherina è esteso sia a operatore sia a cliente per tutti i servizi che avvengono ad una distanza inferiore a un metro e durante tutta la durata della prestazione.

Per esempio una messa in piega, un tatuaggio, attività di formazione professionale (tutor, insegnanti privati), massaggi e così via.

OBBLIGATORIETÀ IN LOMBARDIA

La nuova ordinanza in vigore da mercoledì 1° luglio a martedì 14 luglio, conferma l’obbligo di indossare la mascherina a protezione di bocca e naso anche all’aperto, eccetto durante intense attività sportive dove la mascherina impedisce una corretta respirazione.

L’elenco delle misure igienico-sanitarie del provvedimento dell’11 giugno in contrasto al coronavirus:

«E’ fortemente raccomandato in tutti i contatti sociali utilizzare protezioni delle vie respiratorie come misura aggiuntiva alle altre misure di protezione individuale».

La Regione riconosciuta come la più colpita dalla pandemia, la regione Lombardia, ha ritenuto necessario mantenere un certo rigore nelle restrizioni affinché l’ammorbidimento di quest’ultime nella Fase 3 non fosse interpretato come una totale eliminazione delle vecchie regole.

Il dispositivo di protezione individuale “mascherina” resterà obbligatorio negli spazi pubblici e all’aperto almeno fino al 14 luglio, prorogando la precedente ordinanza regionale con scadenza 30 giugno.

Una decisione presa consultando il parere dei virologi ed epidemiologi che in questa situazione di emergenza si occupano di studiare le modalità di propagazione del virus.

In questo momento l’obbligo di indossarla all’aperto resiste solo in Lombardia.

Secondo una ricerca pubblicata dall’Accademia americana delle scienze, in Italia grazie alla mascherina si sarebbero evitati un numero superiore a 78mila contagi tra il 6 aprile e il 9 maggio.

Lo studio ha verificato come l’obbligo della mascherina nei luoghi pubblici si sia mostrato come lo strumento più funzionale per fermare la diffusione del Covid-19 confrontando le tecniche di contenimento del nostro paese con altre città duramente colpite dal virus come Wuhan, dove è partita l’epidemia.

Il progetto coordinato dal premio Nobel per la chimica Mario J. Molina dell’Università della California di San Diego arriva alla conclusione:

«La nostra analisi rivela che l’obbligo di schermare la faccia è determinante nel modellare la curva della pandemia».

 

 

 

 

 

 

 

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