Una mostra fotografica virtuale mostra la promozione in A del Parma del 90 vista dalla prospettiva Reggiana

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Luca Savarese(Luca Savarese da www.stadiotardini.it) – E’ nostro costume, sin dall’atto di fondazione di stadiotardini.it, avere un atteggiamento sportivo e non, cosa sempre più frequente, partitistico, beceramente e univocamente teso solo sul batacchio di una campana, la propria. Certo le vicende gialloblù- Crociate e la sua orchestra, le portiamo fieramente in braccio e amiamo sentirne le sue melodie, ma ci piace valorizzare anche quello che accade al di là, quel che succede negli altri orti, consapevoli, che diversamente dal Candide di Voltaire, non solo coltivando il proprio orticello, ma rispettando e tendendo la mano a quelli altrui, possano nascere frutti di civiltà, terreni fertili al dialogo, occasioni nuove ed intelligenti. Ecco perché il 27 maggio 1990 mentre Parma ed il Parma stavano festeggiando la prima storica promozione in serie A, Reggio Emilia e la Reggiana non solo venivano battuti, ma, settimi in classifica, dovettero rimandare i loro sogni di promozione di qualche anno. Il salto in A arrivò infatti per i cugini solo nel 1993, dopo che stazione reggio tifosi granata 27 05 1990vinsero il campionato cadetto. Per dirla con una famosa rubrica della Settimana Enigmistica, Forse non tutti sanno che…, Reggio ha dei primati, da serie A. Il tricolore nacque lì, il 7 gennaio 1797, quando il Parlamento della Repubblica Cispadana, su proposta del deputato Giuseppe Compagnoni, decretò “che si renda universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di Tre Colori Verde, Bianco, e Rosso”. Inoltre, come abbiamo recentemente ricordato in occasione dell’intervista a Luca Marcellini per la canzone Domani in salsa Valtaro e Valceno, proprio la pietra di Bismantova, montagna caratteristica dell’Appennino reggiano, è quella che ispirò parma reggiana 27 05 1990 tifo granataDante per la descrizione e la conformazione del suo Purgatorio. Sul fatto che poi la vicina Parma abbia di fatto vissuto il Paradiso calcistico, beh, questa è un’altra storia…In questi giorni è in atto una mostra virtuale, visibile su Facebook, realizzata da Foto Superstudio Reggio Emilia, che raccoglie frammenti, volti, momenti di quella domenica secondo la prospettiva reggiana, attraverso la filigrana del bianconero. Così l’autore commenta l’iniziativa:Il valore di un archivio fotografico risiede nella pazienza di chi lo ha creato e tenuto organizzato senza un vero interesse economico, ma solo per amore del proprio lavoro”. La curiosità di quel giorno è che oltre al danno, maturato sul campo, ci fu la beffa, che i fascia striscione sottratto ultras ghetto derby parma reggiana 1990tifosi granata vissero in curva Sud, al Tardini, dove venne loro rubato lo striscione Ghetto. Questa suggestiva galleria fotografica ci fa proprio vedere, quasi in antifrasi al nome di quel gruppo Ultras, come sia bello non ghettizzare nessuno e provare a vedere, in punta di piedi, quasi chiedendo il permesso, tutto quel mondo della vita che pulsava dall’altra parte della barricata. Perché nel calcio, non dimentichiamolo mai, alle gioie di qualcuno si contrappongono sempre (tranne in casi di pareggio) le lacrime di qualcun altro. Allora, dopo aver ampiamente analizzato le gioie parmensi di quella data nei giorni scorsi, è doveroso anche dare un’occhiata alle lacrime reggiane di quella domenica. Si vince, si perde, ci si prende in giro, ma in fondo, si abita accanto e si calpesta la stessa terra, quella falcidiata dal Coronavirus e che forse più di mille lezioni, ci ha fatto capire e c’insegna come la vita sia immensamente più grande di ogni dualismo, anche di quello, eterno, tra Parma e Reggio Emilia. Luca Savarese da www.stadiotardini.it

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