Venturi: “Responsabilità e rispetto, e il virus ha battuto in ritirata”

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“Sono passati ormai 18 giorni dal sabato 9 maggio quando ho lasciato l’incarico di commissario per l’emergenza covid. A distanza di ormai tre settimane mi sento di dire che quella decisione è stata una giusta scelta. Le istituzioni sono tornate esercitare il ruolo che loro compete per intero”.

Inizia così un lungo post di Sergio Venturi, commissario ad acta nei giorni dell’emergenza Coronavirus.

Quel giorno ho raccontato di 30 decessi, 121 casi, 7400 casi attivi e 155 ricoverati in terapia intensiva. Oggi quei numeri sono i seguenti: 7 decessi, 16 casi, 3998 casi attivi e 78 ricoverati in terapia intensiva.

Le cose sono del tutto migliorate, dal 4 maggio, giorno delle grandi riaperture sono passati 22 giorni e dal 18, giorno in cui tutti siamo ritornati un po’ più liberi, ne sono già passati nove. Non c’è traccia al momento non solo di una recrudescenza dell’epidemia ma i numeri continuano implacabilmente a calare e a testimoniare una fase due nella quale tutti quanti insieme siamo stati capaci di mandare questo virus in ritirata.

L’ultimo giorno dei commenti avevo puntato su due parole, responsabilità e rispetto; entrambe sono entrate nei comportamenti della grandissima maggioranza delle persone.

C’è qualcuno ancora che non ne conosce il significato e rischia in questo modo di far si che con i propri comportamenti il virus possa riprendere quota. Non pensiamo però che queste persone siano la maggioranza, sono poche per questo si fanno notare. Abbiamo bisogno di riprendere fiducia, abbiamo bisogno di ricominciare a salutare chi ci viene incontro anche soltanto con un gomito e a smettere di considerarlo qualcuno che minaccia la nostra salute.

Anch’io quando esco sono ancora circospetto ma il mondo che vogliamo è fatto di fiducia: nelle cose che facciamo, nello stare insieme e nell’essere animali sociali. Questo è stato il nostro passato ma per fortuna ritornerà ad essere anche il nostro futuro.

Abbandoniamo la paura e riprendiamo la fiducia.Questo ci servirà per la nostra salute mentale e psicologica e per la ripresa dell’economia senza la quale anche la salute rischia di diventare un miraggio lontano. Se tornerà questa malattia in autunno e io spero proprio di no, saremo pronti ad affrontarla con le armi che abbiamo imparato ad usare e con i modi che abbiamo conosciuto essere efficaci. Per questo è necessario che ricominciamo progressivamente a riprendere le nostre abitudini.

Possiamo farlo insieme e di questo abbiamo bisogno, accompagnandolo al distanziamento fisico, all’uso delle mascherine, e alla buona abitudine di lavarci spesso le mani. Manteniamo responsabilità e rispetto. Aggiungiamo serenità e fiducia. Ci leggeremo ancora perché anch’io ho bisogno del contatto con gli altri e so che voi amate la stessa cosa”.

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