Quella Città dell’A, Luca Savarese ricorda la promozione in Serie A del Parma di Guidolin

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(Luca Savarese da www.stadiotardini.it) – La settimana prima al Tardini il Parma aveva fatto il passo decisivo verso la A. Il Pisa, era stato infatti battuto, trafitto sotto i colpi di Cristiano Lucarelli e dell’honduregno Leon. Ora, il ritorno nella massima serie, dopo un solo anno di cadetteria, era davvero dietro l’angolo. Bastava un punto. La prossima tappa del viaggio della Francesco Guidolin band, si chiamava Cittadella, amena cittadina nella provincia di Padova. I crociati andavano, spediti, macinavano kilometri verso quella A persa un anno prima, nel diluvio del 18 maggio 2008, quando un gol di Ibra, allora nerazzurro, condannò il ducato alla b, decretando di fatto la prima retrocessione, da quando la compagine era, nel maggio del 1990, salita in A. All’inizio, la discesa in purgatorio, fu parecchio dura. Dopo ininterrotti anni di A, la b era un ambiente che il Parma non conosceva più. Gigi Cagni, non riesce infatti a trasmettere ai giocatori quell’eroico furore che in B deve essere all’ordine del giorno, contro avversari come Rimini, solo un pari contro i romagnoli all’esordio, Albinoleffe, prima sconfitta alla seconda, che quando trovano il Parma non vedono l’ora di fargli uno scherzetto. Urge dunque una svolta, serve cambiare carattere. Cose che arrivano, dopo nove giornate. Via Cagni, dentro Francesco Guidolin, che da allenatore navigato e ciclista esperto, riassesta il morale, a terra come una ruota forata, e fa scalare la sua nuova squadra manco fosse un grimpeur: arrivano vittorie, attestati di stima e posizioni di classifica sempre più alte. Il gran premio della montagna? Il quattro a uno rifilato all’Empoli al Castellani, a metà marzo, con doppietta di Paloschi e rete finale di Mariga. Il Parma pedala forte, i muscoli adesso sono caldi mica contratti come ad inizio stagione. L’unico competitor di un certo peso per la corsa in A è il Bari di Antonio Conte, che viene puntualmente sistemato al San Nicola ad inizio aprile grazie a Vantaggiato e Paloschi. Si, per una scalata del genere ci voleva uno scalatore nato, alla Guidolin. Così si giunge a quel sabato 16 cittadella partma calcio 1913maggio 2009. Il Tombolato di Cittadella ci mette molto poco a diventare un piccolo impero vestito di gialloblù crociato. L’esodo da Parma non solo è immediato ma è anche corposo. Si preparano tutti i festoni del caso, si può, soprattutto, iniziare a giocare. Con la direzione del signor Rocchi della sezione di Firenze, il Parma scende in campo per riabbracciare la A. Serve un punto. Dopo quattro minuti è Pesoli, con un autogol, a spianare la strada agli emiliani e a battere il nonnneto dei portieri, Pierobon. Al minuto numero 32, Reginaldo raddoppia. Ora manca davvero poco per permettere alla gioia di esplodere. C’è però il secondo tempo, dove il Cittadella vuole mettere un po’ di pepe alla partita. Ci riesce. Così, con Riccardo Meggiorini, trova i gol del pareggio. Mancano dieci minuti, qualche brutto pensiero corre lungo le schiene dei tifosi crociati. La realtà però scorre tranquilla. Quando Rocchi fischia la fine, il Parma ce l’ha fatta, al Tombolato, ha fatto tombola, è tornato nella massima serie. L’incubo b è durato un solo anno. La bici di Guidolin ha tagliato il traguardo più atteso, ma per come si erano messe le cose nelle prime curve del campionato, ancora più gustoso. Debito saldato recitavano le magliette celebrative quel sabato a Cittadella. Dominique Lapierre scrisse la “Città della gioia”, ma quella che scrissero i crociati, quel giorno fu, la città della ALuca Savarese (da www.stadiotardini.it)

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