Coronavirus – Case di riposo, emergenza dentro l’emergenza

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CGIL, CISL e UIL territoriali, unitamente ai sindacati dei Pensionati SPI CIGL, FNP CISL e UILP considerano una emergenza centrale la situazione degli anziani ospiti nelle case di riposo a gestione pubblica e privata e degli operatori che ne assicurano, ai diversi livelli, la cura e la accoglienza.

Si tratta di contesti molto particolari, più di altri esposti al rischio per una maggiore vulnerabilità delle persone ospitate. I dati che riceviamo ci dicono di un alto numero di persone coinvolte, per le quali è necessario e stringente attivare da subito le linee di indirizzo indicate dalla Azienda sanitaria e dalla Regione Emilia Romagna, che prevedono di sottoporre ad indagine mediante test epidemiologici appositi la popolazione interessata.

In provincia di Parma il servizio di offerta si articola in una rete di strutture residenziali accreditate ed in convenzione per un numero complessivo di 57 strutture (14 case di riposo e 43 CRA) ubicate nei quattro distretti della provincia, per un totale di circa 2100 posti letto e di centinaia di operatrici ed operatori che vi lavorano.

Rimarchiamo la necessità di un coordinamento a livello di distretti che tenga conto anche del contributo fattivo che le Organizzazioni Sindacali confederali e di categoria possono dare nell’ambito del monitoraggio delle situazioni che sappiamo diversificate sul territorio.

Il sistema di controllo e monitoraggio rispetto alla applicazione delle linee di indirizzo riteniamo vada esteso anche alle case di riposo a gestione privata e alle case famiglia, realtà ben presenti benché gestite con modalità diverse per le quali esistono linee guida di comportamento ma non a nostra conoscenza protocolli specifici per la gestione del Covid 19.

Nell’ottica della massima collaborazione, in un momento che tutti sappiamo complesso e con tante incognite ancora da definire, riteniamo che il nostro compito non si assolva solo nel segnalare difformità e situazioni critiche, di cui continueremo ad interessarci, ma che debba essere a maggior ragione propositivo e di complemento agli impegni assunti dal comparto della sanità pubblica dall’inizio dell’espandersi della epidemia fino ad oggi.

 

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