Osservando i casi di via Prampolini, del dedalo di ciclabili nel nuovo quartiere Parma Mia e in via Europa, dove addirittura spunta erba in mezzo alla nuova pista, il dubbio sorge.
È forse che il tentativo di creare piste “morbide” per il ciclista e colorate, mal si sposa con la loro durata? Una pista con superficie che diventa presto disconnessa, oltre alla notevole spesa, non diventa poi anzichè un incentivo, un disincentivo al suo utilizzo?
In quali casi quindi un determinato tipo di superficie è adatto e in quali è preferibile trovare altre soluzioni? Magari meno eleganti da vedere, ma nel tempo più funzionali?
E in quali casi, se vi sono, i lavori andrebbero eventualmente contestati?
