Anche a Parma i “peri dai fiori puzzolenti”?

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Anche a Parma i “peri dai fiori puzzolenti”?

È quello che si direbbe leggendo il cartellino identificativo appeso agli alberi collocati di recente sul marciapiede di viale dei mille, nel tratto compreso tra via Rasori e via Abba.

Il Pyrus Chanticlear, o pero cinese, è una pianta ornamentale che non raggiunge più di sei, otto metri di altezza, non necessità di potatura e resiste allo smog. Per queste ragioni viene sempre più spesso scelta dalle amministrazioni locali italiane per sostituire le piante presenti nelle nostre città. Piante autoctone, ben più alte, che stanno diventando meno adatte ai nostri territori, in relazione ai cambiamenti climatici in corso, caratterizzati da sempre più frequenti burrasche di vento ad alta intensità.

Per gli stessi motivi il Pero Cinese ha avuto una fortissima diffusione negli Stati Uniti a partire dagli anni 2005 – 2006. Ma proprio da lì arriva adesso l’allarme per questa pianta. Sarebbe fortemente infestante e nel periodo primaverile i fiori produrrebbero uno sgradevole odore, paragonabile a quello di pesce marcio, se non peggio. Motivi che avrebbero indotto quindi ad interrompere la sua diffusione negli States.

I favorevoli alla pianta indicano, invece, che l’odore si sente soltanto negli ultimi due giorni di fioritura, e non è così intenso.

Anche se sappiamo che in fatto di olfatto, le sensibilità non sono tutte uguali. E nel caso sperimentale di via dei Mille – sembra uno scherzo – ma le piante si trovano in maggioranza davanti all’edificio che verrà trasformato nel social house. I cui utilizzatori non si potranno chiaramente lamentare dell’eventuale odore. Perchè si sa, che al caval donato non si può guardare in bocca.

Ma, tornando all’argomento, quello che preoccupa di più riguardo questa pianta è che le amministrazioni locali non si lascino prendere la mano, allettate dalla scarsa manutenzione che richiede, e ne facciano un utilizzo eccessivo. Cosa da evitare nel modo più assoluto, per non ridurre la capacità di contrasto all’inquinamento che queste piante hanno nettamente in meno, avendo meno foglie delle piante che hanno sostituito. Ed anche per non ridurre la bio diversità, utile alla sopravvivenza delle varie specie.

E, cosa non meno importante, per non trovarsi vie e città anonime, clonate e tutte uguali, colonizzate da questo “soldatino verde”. Cosa che purtroppo sta già avvenendo in alcune città italiane e che ci si augura vivamente non accada anche a Parma.

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