Scuole Newton e Frank, opposizioni contro il Comune: “Un abisso tra il dire e il fare”

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Partiamo da principio, perché il caso dice molto sulle modalità operative di questa amministrazione. 26 maggio 2016 posa della prima pietra dei lavori di ristrutturazione della scuola. Alla presenza di Sindaco e stato maggiore la Giunta , nel pieno della imprudenza pre elettorale, proclama che “Nel 2017 si completerà l’opera (…) spesa totale di 4 milioni e mezzo il tutto senza interruzioni dell’attività didattica e con la massima attenzione a garantire il miglior funzionamento possibile dell’edificio. Da questo punto di vista sono arrivate garanzie anche dal responsabile della sicurezza e dai progettisti. L’Anna Frank avrà dunque a disposizione un nuovo edificio in piena funzionalità per mensa e palestra, entro la primavera del 2017”.

Un classico della amministrazione Pizzarotti che non si fa mancare l’annuncio sparato e poi disatteso. Nel luglio 2019 i lavori non sono ancora finiti: con due anni di ritardo, si è proceduto alla demolizione del vecchio edificio e con lo sfratto del Teatro del Cerchio, ad oggi ancora senza fissa dimora (con il carico che questo comporta in vista dei progetti previsti per Parma 2020 di cui il cerchio è parte). Durante la demolizione è stato scoperto amianto nelle pareti del corpo principale della scuola. Un imprevisto che impone tre anni di lavori in più e lo spostamento delle classi, con buona pace per l’impegno preso nel 2016 di finire nel 2017 e senza interruzione della didattica. Come detto il Comune, per risolvere la situazione, ricorrerà quindi alla Pascoli di via Saffi ancora di STU Autorithy, ossia del Comune.

Un altro edificio con una storia particolare alle spalle, il cui ultimo atto (avrebbe dovuto essere venduto anni fa alla ditta Co.ge come pagamento di parte dei lavori della Scuola per l’Europa per un valore pari a 7 milioni di euro) ha visto il Tribunale di Bologna condannare Stu Autorithy (quindi il Comune) al pagamento di circa tre milioni per danni alla Co.ge e ha reso inefficace l’accordo per la vendita, facendo perdere così al Comune i sette milioni pur mantenendo la proprietà dell’edificio.

La Pascoli è quindi ancora lì “grazie” una costosa disfatta giudiziaria venuta nella vicenda della scuola per l’Europa (e il Comune ha rinunciato all’appello?) . Ad ogni modo, questo gioco di casualità e ritardi offre fortunatamente un appiglio per trovare una casa alla Anna Frank che, pur con tutti i disagi di una nuova collocazione piuttosto distante dalla sede, eviterebbe lo smembramento in sei diversi plessi scolastici.

E’ però evidente che tale soluzione, non dipende dalla capacità programmatoria del Comune che alla Anna Frank ha regalato promesse ma evidentemente sbagliato la diagnosi: è lecito peraltro chiedersi come dopo tre anni di interventi nessuno abbia ravvisato il problema amianto anche dopo che nel 2014 era stato rimosso il tetto proprio per la presenza di questo materiale.

A questo si è aggiunta la sorpresa dei trasporti cui i genitori della Anna Frank e anche della Newton sarebbero chiamati a pagare 37 euro al mese, dopo che l’anno scorso la Giunta ne aveva promesso pubblicamente la gratuità Ricapitolando quindi nell’operazione c’è  il “costo” della Pascoli (e, poi, dovrà essere ripristinata dopo tanto tempo che è chiusa?) quello dei lavori alla Anna Frank (4.5 milioni di euro in tre anni di lavoro cui andranno aggiunti 3 anni e ulteriori costi), il disagio delle famiglie che adesso dovranno portare i figli, a pagamento, in tutt’altra parte della Città, il Teatro inserito nel dossier parma 2020 e sfrattato, la sentenza Co.ge tenuta nel silenzio, la circostanza di due scuole traslocate contemporaneamente per lavori.

A proposito dei costi del trasporto ci sovviene che il Comune ha speso circa 160.000 Euro per la due giorni della anteprima Parma 2020 un clamoroso fiasco senza pubblico, 100.000 Euro per nuovi concerti in cittadella a Settembre, 100.000 Euro di alert system mai utilizzato, 100.000 Euro circa per un nuovo capo comunicazione, 200.000 per Cibus off – giardini gourmet (due eventi ben poco frequentati) + cena dei mille (che costa 97 euro a persona in prevendita) e ha comunque 7 milioni di avanzo libero a consuntivo. Ma i soldi per i bambini, ai cui genitori era stato promesso pubblicamente il trasporto gratuito, non si trovano (4 giugno 2018 “Per tutti gli alunni sarà garantito il trasporto gratuito a carico del Comune”). Imprevisti, ritardi o cose fatte male a parte, se almeno risparmiasse sulle cose inutili forse riuscirebbe a mantenere le promesse.

Lorenzo Lavagetto (Partito Democratico), Pierpaolo Eramo (Parma Protagonista) e Fabrizio Pezzuto (Parma Unita – Centristi)

La Lega rincara la dose:  “Non è giusto che trasporto e pass ztl siano a carico delle famiglie” – Essere costretti a migrare da una scuola all’altra a causa dei lavori di ristrutturazione è già una scocciatura, ma dover anche pagare per gli spostamenti quotidiani dei ragazzi sarebbe francamente eccessivo nei confronti delle famiglie. E’ il problema che pare si troveranno ad affrontare gli alunni della Scuola Anna Frank delocalizzati alla Pascoli di via Saffi e, dall’anno prossimo, anche quelli della Newton costretti a fare lezione agli ex Stimmatini in via D’Azeglio”, dice Emiliano Occhi capogruppo della Lega in Consiglio Comunale che ha presentato un’interrogazione alla Giunta sull’argomento.

“Dopo il ritrovamento di fibre di amianto negli intonaci dell’Anna Frank – prosegue Occhi – è giusto procedere subito con la riqualificazione del plesso, ma trovo scorretto far ricadere costi aggiuntivi come il trasporto pubblico o il permesso per la Ztl sulle famiglie che già subiscono il disagio di una delocalizzazione. Alla Pascoli, inoltre i ragazzi dell’Anna Frank dovranno rinunciare al servizio mensa. Disagi su disagi, e vogliamo anche farli pagare di più?”

“Per rispetto alle famiglie e agli alunni – conclude Occhi –  è necessario rendere meno gravoso il disagio. Abbiamo depositato un’interrogazione in cui chiediamo al sindaco di trovare le risorse per garantire la gratuità del servizio di trasporto alle famiglie che già subiscono il disagio della delocalizzazione scolastica e di offrire un permesso Ztl alle famiglie che, per lo stesso motivo, si trovano nella condizione di dover accompagnare i propri figli in strutture che si trovano in zone a traffico limitato

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