“A Parma c’è qualche problema di droga”: al WoPa incontro pubblico voluto da Parma Protagonista

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Dopo i gravissimi fatti di cronaca che hanno visto coinvolta una giovane donna vittima di violenza da parte di un consumatore abituale di cocaina, il gruppo consiliare Parma Protagonista dell’ex candidato sindaco Paolo Scarpa ha organizzato un dibattito pubblico per approfondire il tema dell’uso di droghe nella nostra città.

L’appuntamento dal titolo provocatorio “A Parma c’è qualche problema di droga” si è svolto il 20 settembre al WoPa di via Palermo dove Paolo Scarpa ha moderato gli interventi degli esperti davanti ad un interessato gruppo di cittadini.

Alla tavola rotonda sono intervenuti Maria Antonioni direttrice Servizio Sert ParmaDon Luigi Valentini, responsabile della Comunità Betania, Barbara Cantarelli operatrice assistenziale Unità di Strada, Beppe Tramuta ex dirigente Squadra Narcotici e Pier Paolo Eramo dirigente scolastico e consigliere comunale.

Dopo la proiezione di una breve intervista del giornalista Peter Gomez a Matteo Cambi, esempio cittadino di imprenditore vittima della tossicodipendenza, la dottoressa Antonioni ha descritto gli effetti medici e comportamentali dell’uso di droghe sottolineando come la “dipendenza sia un prezzo inaccettabilmente alto” rispetto la momentanea sensazione di benessere procurata.

Nel corso della serata il tema centrale dell’abuso di sostanze stupefacenti nella nostra città è stato affrontato dagli esperti da diversi punti di vista che coinvolgono sicurezza, socialità e legalità sottolineando il mutamento di società e di comportamento relazionale tra i più giovani.

 

Codici di appartenenza imposti che nel corso degli ultimi 10 anni hanno modificato la figura del tossicodipendente da emarginato fuori dal sistema sociale, com’era l’eroinomane, a quello di perfettamente integrato che vuole assolutamente fare parte del sistema.

‘Si’ perché pare che ormai drogarsi non sia più un’eccezione ma la norma e la nostra comunità sembra quasi aver avvallato il trend tollerando la diffusione di droghe a tutti i livelli persino nella variazione dell’urbanistica cittadina che consente veri e propri luoghi di spaccio ben definiti e a cielo aperto” dice Barbara Cantarelli operatrice dell’Unità di Strada che da anni si occupa della tossicodipendenza a Parma.

Il problema è anche legislativo-sottolinea Beppe Tramuta ex dirigente della Squadra Narcotici fino al 2012-che prevede sconti di pena per reati minori consentendo ai pusher di non pagare mai per le illegalità commesse. Le reti di spaccio a Parma sono gestite dalle mafie locali e straniere che detengono il monopolio come quella nigeriana per la cocaina e quella albanese per l’eroina che dilagano nelle periferie poco controllate dalle forze di sicurezza mettendo in pericolo gli abitanti più fragili del nostro territorio”

Il dibattito si è poi concentrato sull’importanza di una nuova educazione sociale con maggiori attenzioni per il disagio del mondo giovanile che rispecchia il declino di quella parte di società adulta che dovrebbe servir loro come punto di riferimento. “Forse il problema è anche spirituale-suggerisce Daria Jacopozzi consigliera comunale e insegnante di religione-e maggiori spazi dedicati allo sport e al tempo libero insieme alle famiglie darebbe un segnale di cambiamento nelle relazioni umane”

Cadute di valori e vuoti relazionali che hanno trasformato una società edipica basata sulle relazioni famigliari ad una società narcisistica e performante che costringe a ritmi e a obiettivi frenetici ed autoreferenziali esenti da sistemi di confronto e di critica.

Sconcertanti i dati forniti in corso della serata (ma non verificati) che vedrebbero il 40% dei cittadini parmigiani tra i 15 e i 65 anni consumatori di droghe di diverso tipo. Un giro d’affari mondiale stimato tra i 21 e i 31 miliardi di euro all’anno con 3,5 milioni di minori in Europa che ammettono di aver fatto uso di sostanze nell’ultimo mese allargando il problema a livello mondiale oltre a quello locale.

La serata si è conclusa con una domanda rivolta a tutti per suscitare una riflessione collettiva sul problema a livello sociologico: perché c’è tanta richiesta e quali sono i modelli di società per arginare il problema?

Chi sono i nostri alleati per questa battaglia? I consumatori. Forse.

 

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