Progetti di vita- Effetto Parma: “Non più prestazioni fisse ma contributi equi e progetti per persone con disabilità”

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Il gruppo consiliare di Effetto Parma annuncia con soddisfazionele nuove linee giuda del Comune di Parma per creare i “Progetti di vita” per le persone affette da disabilità.

“Non più servizi parcellizzati e singole prestazioni a rette fisse per tutti ma un modello innovativo fondato su un progetto di vita individuale per le persone con disabilità. – scrive Effetto Parma- A Parma si apre una nuova stagione che riqualificherà il sistema di interventi con le linee di indirizzo approvate in Giunta e il nuovo regolamento discusso oggi, 20 luglio 2018, durante la commissione Servizi Sociali, Sanità, Sicurezza sociale. Si tratta di un’evoluzione che prevede sostanzialmente il passaggio dall’erogazione di servizi e prestazioni per i disabili alla co-costruzione di progetti personalizzati da realizzare con i contributi comunali disponibili e mobilitando risorse per collaborare ai propri progetti di vita.

Il Progetto di vita è un documento programmatico a medio-lungo termine che pianifica la realizzazione della persona con disabilità ordinando l’insieme di sostegni e interventi per garantire la più alta qualità di vita possibile. Adottando tale strumento, il nuovo sistema permetterà di mettere in campo risposte flessibili e personalizzate a misura dei bisogni e delle ambizioni della persona disabile. L’impianto recepisce e attua i principi della Legge 112 sul “Dopo di noi” che prevede la costruzione di progetti personalizzati fondati sul protagonismo della persona da attuare tramite lo strumento del budget di progetto, inteso come “l’insieme di tutte le risorse umane, economiche, strumentali, da poter utilizzare in maniera flessibile, dinamica e integrata” messe in campo dalla persona con disabilità, dalla sua famiglia, le istituzioni, il privato sociale e il territorio in generale.

L’impianto del nuovo regolamento sarà fondato su due principi fondamentali: l’equità e la linearità. La situazione attuale, infatti, prevede sostanzialmente contribuzioni ai servizi fisse che non tengono conto delle diverse disponibilità degli utenti. Con il nuovo sistema ognuno contribuirà al budget di progetto a seconda delle effettive risorse economiche percepite: chi ha solo Pensione di Invalidità o Accompagnamento con una quota minima, chi dispone di redditi personali adeguati contribuirà alla quota sociale del progetto o a quella massima prevista per le diverse tipologie di servizi.
In questo modo si sanerà l’iniquità che oggi vede gli utenti inseriti in servizi tradizionali contribuire parzialmente e in maniera avulsa dalle risorse disponibili e, dall’altra parte, persone inserite in progetti sperimentali che contribuiscono con una logica già vicina al budget di progetto. Una situazione che richiede un necessario intervento di uniformazione per garantire un trattamento equo a tutti cittadini.

Le linee di indirizzo sono frutto di un tavolo di lavoro avviato lo scorso ottobre fra le istituzioni e le associazioni e coop sociali del distretto per individuare i criteri di valutazione dei progetti e le modalità di costruzione e governo del budget personalizzato.
Secondo quando condiviso con tutti i soggetti coinvolti, il regolamento per la costruzione del budget di progetto sarà fondato su alcuni punti già definiti: le prestazioni sanitarie rimangono a carico del FRNA o del Fondo Sanitario; la quota sociale di servizi a carico dell’utente sarà stabilita sulla base dell’ISEE socio-sanitario e delle risorse personali disponibili, dai livelli di esenzione totale a tetti massimi mensili introdotti per tutelare le persone più gravi ed evitare che contribuiscano in maniera pesante; una cifra mensile andrà garantita per le spese personali. 

Se da una parte il budget di progetto così strutturato permetterà di ricomporre e aggregare le  risorse in campo, dall’altra il sistema di co-contribuzione garantirà una maggiore distribuzione per dare risposta a chi altrimenti rischia di rimanere in lista d’attesa; potranno infatti esse liberate risorse del Fondo Regionale Non Autosufficienza (sanitario). 

Ripensando l’approccio dal ‘semplice’ affidamento di un servizio alla costruzione di un progetto di vita, si mira così a migliorare l’efficacia ed efficienza del sistema complessivo di sostegni rivolto ai disabili. Non più risposte a bisogni parcellizzati ma una visione multidimensionale degli interventi che coniuga l’approccio bio-medico a quello sociale. Una visione che considera la persona a 360 gradi, nella sua condizione di disabile, nel rispetto dei suoi diritti e anche dei suoi obiettivi di Qualità della vita.
Con il nuovo regolamento che verrà portato in Consiglio comunale a fine luglio, Parma si appresta a intraprendere così un percorso importante che vede già alcune sperimentazioni in questa direzione. Una nuova logica che ripensa gli interventi non separando la gestione della cura dalla vita delle persone ma proponendo progetti complessivi supportati dalla comunità intera, dalle istituzioni alle associazioni ai gestori dei servizi, uniti per garantire opportunità eque alle persone con disabilità”.

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