Una riflessione umana e politica “a caldo“ sull’atroce uccisione di Soumayla Sacko arriva dalla consigliera comunale del Pd di Parma, Daria Jacopozzi.
“Intanto che un nuovo Governo si insediava, in Calabria un papà di 39 anni, Soumayla Sacko del Mali, veniva ucciso barbaramente e vigliaccamente da un italiano del Vibonese.
Questo delitto preoccupa perché non si tratta né di legittima difesa né di violazione di domicilio. E’ un delitto che probabilmente nasconde l’ostilità verso chi (Soumayla) si oppone al Caporalato e vomita il fastidio verso una presenza diffusa di stranieri percepita come disordinata ed ingombrante. La vittima infatti era anche un attivista sindacale dell’Usb, l’unione sindacale di base che in più di un’occasione ha denunciato fenomeni di caporalato, infame trattamento punibile ora grazie alla legge 199/16 realizzata dal PD ma ancora poco applicata soprattutto al Sud, perché in realtà ai civilissimi italiani fa comodo pagare 3 euro all’ora un bracciante. Ci chiediamo tutti dove fossero le Istituzioni locali in questi anni, per permettere che in quei territori il clima potesse diventare così avvelenato. Il voto del 4 marzo è frutto anche di questo abbandono dei territori e dei loro problemi.
Di fronte ad un fatto del genere il Ministro degli interni doveva immediatamente andare sul posto e dare un messaggio chiaro, forte, costituzionale, ma non l’ha fatto. Fino ad ora le inequivocabili parole del neo Ministro Salvini sulla questione migrazione “clandestini-grazie alla Bossi/Fini”: la pacchia è finita! Per poi consolidare contatti in Europa e altrove per sostenere politiche di frontiere e di esclusione.
Abbiamo visto di quale pacchia si tratti in alcuni luoghi del nostro paese l’essere stranieri, e “di colore”: si può essere uccisi per un furto di materiale abbandonato.
Chiediamoci quale Italia Salvini si appresta a rappresentare…e a costruire.. (ma molto purtroppo ha già de-costruito). Forse prova più empatia per un piccione spennato che un uomo ammazzato…. Pensiamo che ci sia bisogno di manifestare fortemente come cittadini non solo la nostra pietà per chi viene da lontano tra enormi fatiche e viene trattato come un animale predatore, ma anche la nostra indignazione nei confronti di un Governo che si insedia ponendo parole di allontanamento e repulsione . Peggio ancora, per rispettare il contratto, l’altra parte (M5S)è silenziata sul tema migranti e diritti. Ma proprio ora il Partito Democratico alza la voce insieme alle forze democratiche della sinistra: in Italia è l’unico presidio dei diritti degli ultimi, soprattutto ci sembra sia una delle poche forze politiche capace di avere un quadro globale della situazione mondiale, della complessità della geopolitica Mediterranea ed Africana che origina questa grande migrazione. Giorgio La Pira avrebbe oggi ancora molte “lezioni mediterranee” da intraprendere: siamo eredi una cultura politica della accoglienza e del dialogo che ci ha sempre contraddistinto, dobbiamo pensare e agire con decisione perché questa aria di destra che “rimpicciolisce i desideri delle persone su se stessi” non prevalga e avvinghi il paese. Temiamo che le due anime del Governo impediscano che l’azione politica sviluppi una Cultura con la C maiuscola, limitandosi a promettere di ingrossare il portafoglio degli italiani , soprattutto di quelli più ricchi.