Rinvio a giudizio di Pizzarotti- Parma Protagonista: “Rispetto per il ruolo e indipendenza magistratura”

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Dopo la notizia del rinvio a giudizio del sindaco Federico Pizzarotti sul caso Alluvione di Parma, commentano Bruno Agnetti, Pier Paolo Eramo, Paolo Scarpa (gruppo Parma Protagonista):
“Non vogliamo entrare nel merito della vicenda giudiziaria che ha condotto alla richiesta di rinvio a giudizio del Sindaco (che comunque non è un “atto dovuto”), ma esprimiamo piena fiducia nell’operato della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Parma, nella convinzione che debbano essere difesi, sempre e comunque, il ruolo e l’indipendenza della Magistratura.
Ci riferiamo alle parole del Sindaco e a quello che la stampa ha definito un “attacco” alla Procura. Troppe volte l’indipendenza della Magistratura è stata minata da tentativi di condizionamenti da parte della politica. Questo è avvenuto anche in un recente passato. E Parma, città dei troppi scandali e delle troppe opacità, deve ringraziare l’operato di chi ha contribuito fattivamente a scoperchiare i diversi vasi di Pandora che hanno inquinato la vita pubblica ed economica della città.
Per queste ragioni alla Magistratura è dovuto il necessario rispetto, anche quando il suo operato risulta scomodo. Non ci interessa speculare sulla vicenda giudiziaria e aspettiamo che il procedimento giunga a un compimento in cui sia definita la sussistenza o meno di eventuali responsabilità relative ai fatti contestati. Ma ricordiamo che i principi di indipendenza dei poteri sono sacri in un sistema democratico e tali devono rimanere”.
Marco Alfredo Arcidiacono, ex candidato con Paolo Scarpa: “Richiesta di rinvio a giudizio per disastro colposo (oltre 100 milioni di euro e molte vite in pericolo, anche di un ospedale e una casa di riposo).
Un tempo si gridava “onestà onestà”, si volevano vedere gli indagati fuori dal Parlamento, si diceva “noi lo faremo meglio, siamo per la trasparenza”.
Ora che ci sarebbe bisogno di quella trasparenza, cambiano le opinioni e il sindaco sembra diventare il mostro da mettere in prima pagina.
Il dilemma sorge, qual’è la giusta via?
Credo che sapere se un’amministratore pubblico sia indagato o meno dovrebbe essere il “minimo sindacale”, credo anche che sapere cosa sia successo quel giorno, fra i fax della Protezione Civile e le immagini che ho ancora vive del disastro di Genova (giusto 3 giorni prima) sia altrettanto doveroso.
Occorrerebbe anche la coerenza ma si sa che per alcuni politici “la legge è più uguale che per gli altri”. I danni intanto sono stati ripagati ma, per chi non se ne fosse accorto, sono sempre nostri quei soldi. Se c’è qualche responsabilità io lo voglio sapere perché su questo si basa il concetto di Stato, di Giustizia e quindi di stare al mondo. Tutto il resto sono chiacchiere”.

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