Sindaco Lucchi scrive a Pizzarotti: “Invertiamo la rotta, centri commerciali rovinano famiglia e montagna”

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Il sindaco di Berceto, Luigi Lucchi, manda una missiva tramite social al sindaco di Parma, Federico Pizzarotti. È un accorato appello per cambiare la società, invertire la rotta per salvare le famiglie e il territorio:

QUI BERCETO.
I CENTRI COMMERCIALI APERTI ALLA DOMENICA E NEI GIORNI FESTIVI DISTRUGGONO, DEFINITIVAMENTE, LA MONTAGNA E LA FAMIGLIA.

Gentilissimo Sindaco di Parma Federico Pizzarotti,

questo mio scritto non è da interpretare come ingerenza nelle scelte amministrative della tua città e neppure come un gesto egoistico a favore del mio paese e della montagna in genere. Difficilmente quando si compiono scelte amministrative si ha presente gli effetti che queste hanno su altri territori e perfino sul costume e l’educazione delle persone. Sembrano sempre atti aridi, quelli amministrativi, con il retrogusto dell’impotenza.

Io, come Sindaco di Berceto, avrei piacere che da Parma partisse una grande “rivoluzione”: ritornare ai giorni festivi e domenicali da dedicare alla famiglia e per chi crede anche al Signore.

Oggi, infatti, per circa dieci mesi l’anno, le famiglie, subdolamente, sono invitate a frequentare solo i centri commerciali anche alla domenica e nei giorni festivi.
Si accresce, si diffonde, si lascia imperare, una “civiltà” consumistica che distrugge non solo l’ambiente ma anche i nostri rapporti di relazione ed educativi.
Distrugge, soprattutto, le nuove generazioni che non hanno modo di vivere un salutare e indispensabile rapporto con i propri genitori neppure durante i giorni ritenuti di riposo.

Giornate, quindi, distrutte, per i figli dei clienti dei centri commerciali ma anche degli operatori e dipendenti degli stessi che in quei giorni invece di fare festa e riposo lavorano.

Ovviamente non si possono attribuire tutte le colpe ai centri commerciali della poca attenzione che viene rivolta, nei fatti, ai bambini, ai giovincelli, la cui educazione è sempre demandata, ormai per moda, ad altri anche da parte, spesso, degli stessi genitori. Pare, infatti, tutto costruito e studiato, per avere, al piu’ presto, soggetti, direi clienti, autonomi capaci solo di consumare e far consumare senza riflessioni critiche con comportamenti, verso la vita, da automi. Gli stessi automi o robot con i quali, presto, verranno sostituiti nel mondo produttivo. Non sono un pedagogo e neppure un sociologo. Prendo atto, o ritengo di prendere atto, dei danni che abbiamo, come società, da famiglie che si ritrovano nei centri commerciali per trascorrere le giornate di festa. C’è poi, signor sindaco, un danno, facilmente rilevabile, per tutta la montagna e soprattutto per il mio Comune: Berceto. La città, nei decenni, ha fatto da diga, raccogliendo, dando lavoro e dignità, alle tante persone costrette a lasciare la montagna. A Parma, ad esempio, vivono oltre 1.000 famiglie con origini, radici, a Berceto. Questa emigrazione forzosa, in cerca di lavoro e servizi, ha impoverito i nostri paesi e territori. Territori che sono, ormai, abbandonati e non produttivi. Paesi che mantengono i pochi servizi commerciali, ristoranti e trattorie grazie ai villeggianti e ai turisti. La stagione, però, dura solo pochi mesi ed è legata solamente al caldo impetuoso che si ha in città durante l’estate. In montagna, insomma, si viene per godere il fresco e già la diffusione dei condizionatori d’aria, nelle case di città, ha ridotto questi flussi di persone anche in estate. Fino a pochi anni fa si constatava un ritorno, di diversi gruppi familiari, nei fine settimana, seppur prevalentemente nella sola giornata di festa, nei nostri paesi della montagna. Un flusso che era indispensabile per far vivere i paesi. Sopravvivenza, infatti, che non è garantita solo dall’estate neppure con stagioni eccezionale come quella appena trascorsa.

Abbiamo bisogno che le famiglie tornino, nei giorni di festa, nei nostri paesi, tornino a Berceto e non si rinchiudano in un centro commerciale diventati, addirittura, attrattivi per far partire, verso il centro commerciale delle città, anche le nostre famiglie di Berceto. Come si sa infatti il “cattivo” esempio emana un fascino piu’ pregnante di quello buono.

Buon esempio è stare con la propria famiglia, dedicare tempo e non solo soldi, ai propri figli, accompagnarli a visitare i paesi dei loro nonni, vedere dal vivo galline e animali domestici, raccontargli e mostrargli i lavori agricoli, fargli vedere il bello dei nostri monumenti e di paesi costruiti a misura d’uomo e non solo di auto.

Non avrei scritto, gentile collega, questa lettera se il fenomeno: “domeniche deserte in montagna” già dall’autunno, tutto inverno e primavera, non stesse minando la nostra sopravvivenza di Comunità.-
Ho scoperto, tra l’altro, che l’attrattiva delle città, a differenza del passato, non sono i cinematografi, i teatri, gli spettacoli e divertimenti in genere; sono i centri commerciali.

Se questa mia intuizione, facilmente verificabile, è vera, costituisce già di perse stesso un imbarbarimento che dovrebbe preoccupare qualsiasi Politico, Amministratore, Sociologo, Educatore, Uomo di Fede.

Indipendentemente di come sono riuscito a spiegarmi, a perorare l’interesse, legittimo, del mio Comune e della mia Comunità, non sottovalutare questa responsabilità che per motivi, diversi e meramente commerciali, ricade sul Sindaco e quindi su di te.
Ringrazio per l’attenzione.

Un abbraccio.

Luigi Lucchi Sindaco di Berceto

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