Riforma “Ius soli”: pro e contro spiegati dagli avvocati Cavandoli (LN) e Alimadhi (PD)

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Sono state settimane di accesissimo dibattito quelle che hanno visto la discussione alle Camere della legge sullo Ius soli.

Una nuova discussione in Senato era prevista nei giorni scorsi ma è slittata al prossimo 11 luglio e il governo ha detto di essere pronto a mettere la fiducia. Al momento della scorsa discussione, il 15 giugno, era stata bufera con esponenti della Lega Nord, tra cui il segretario Matteo Salvini, protestare vigorosamente davanti ai deputati. Scontri che avevano portato anche a una leggera ferita alla spalla per la ministra Fedeli, spinta nella baraonda della situazione. E insulti al presidente Grasso. Ma legge era già stata approvata alla Camera nel 2015, rimasta bloccata in Senato in attesa che venisse trovata una soluzione per gli emendamenti su emendamenti presentati dall’opposizione.

Tra i partiti favorevoli ci sono il PD, il cui segretario Matteo Renzi ha recentemente dichiarato la loro intenzione a tirare dritto perché “è una questione di civiltà”. Favorevoli anche gli ex dem Bersani e D’Alema con il nuovo Movimento democratico e progressista; il partito di Alfano, Alternativa Popolare; Sinistra Ecologica e Libertà; Sinistra Italiana; Scelta Civica, fondato da Monti.

Contrari il Movimento 5 stelle con Beppe Grillo che dichiara “un pastrocchio all’italiana” (con tutte le polemiche su una plausibile mancanza di coerenza con una proposta di legge simile dagli stessi presentata); Lega Nord; Forza Italia, il cui Berlusconi ha recentemente dichiarato  come sia “una legge sbagliata, la cittadinanza va meritata”; Federazione della Libertà.

Ma cos’è lo Ius soli che tanto divide gli animi? L’abbiamo chiesto a due avvocati e politici di Parma: uno pro, l’altra contro. Si tratta di Gentian Alimadhi, partecipante alle primarie del centro sinistra a Parma, poi candidato nella lista del PD che tuttavia non ha raggiunto il seggio in Comune e Laura Cavandoli, candidata sindaco di Lega Nord che ha unito a sé Forza Italia e Fratelli d’Italia. Cavandoli ha conquistato 4 seggi da consigliere in Comune.

COS’È LO IUS SOLI?

La proposta di legge, che porterebbe la modifica alle legge 5 febbraio 1992, n.91,  prevede contestualmente l’introduzione dello ius soli temperato e dello ius culturae. Con l’introduzione del primo potrebbero acquisire la cittadinanza italiana i bambini e ragazzi nati in Italia dal 1999 a oggi (ovvero ancora minorenni) i cui genitori sono in possesso del permesso UE per soggiornanti di lungo periodo (cittadini extra-UE che risiedono da almeno 5 anni) o il “diritto di soggiorno permanente” (cittadini UE). Secondo lo ius culturae, ottengono il diritto alla cittadinanza i minori stranieri, nati in Italia o arrivati entro il compimento del dodicesimo anno di età, qualora abbiano frequentato regolarmente un percorso formativo scolastico per almeno cinque anni nel territorio nazionale.

Attualmente la legge sulla cittadinanza segue il criterio dello ius sanguinis per cui è cittadino italiano il figlio di almeno un genitore italiano, inoltre si può acquistare la cittadinanza per matrimonio e può essere chiesta da stranieri che risiedono in Italia da almeno 10 anni con reddito sufficiente e senza problemi penali.

A BENEFICIARE DI QUESTA RIFORMA SAREBBERO 800 MILA MINORI

PRO: “Pare evidente che dalla riforma beneficiano soltanto i minori nati o arrivati in tenera età in Italia – spiega l’avvocato Alimadhi – lasciando invariata la procedura di naturalizzazione degli adulti, che possono fare richiesta dopo dieci anni di residenza legale”.

“Sono più che d’accordo con l’introduzione di un diritto “del suolo”, temperato e non automatico (come invece avviene negli USA), considerata la posizione geografica dell’Italia quale approdo, ormai costante, di tanti migranti. D’altronde, tanti paesi europei, adottano più o meno lo stesso meccanismo. In Italia si aggiungerebbe, giustamente, la verifica sulle intenzioni di permanenza”.

CONTRO: “L’Italia è un territorio densamente abitato – spiega l’avvocato Cavandoli – per cui una normativa che ampli l’attribuzione della cittadinanza è impensabile sia dal punto di vista economico, penso all’alto tasso di disoccupazione soprattutto giovanile, e alla stabilità del sistema welfare , sia per la sicurezza”.

 

PARLIAMO DI MINORENNI

PRO:  “Si tratta evidentemente di un riconoscimento a ragazzi che, purtroppo, si considerano “stranieri” in Italia e “stranieri” nel paese d’origine dei loro genitori (dove nella maggior parte dei casi non hanno mai vissuto). – commenta Alimadhi- Questi giovani vivono in un limbo doloroso e umiliante (un piccolo esempio di disagio, il non poter viaggiare all’estero con i propri compagni di classe). Qui non si può parlare di pericolo di terrorismo e criminalità”.

“Con l’attribuzione della vera ‘identità’ a questi ragazzi, daremo loro un messaggio positivo di integrazione ed inclusione per il futuro. Occorre puntare sull’inclusione e sul trasferimento dei valori fondanti della tradizione italiana ai nuovi arrivati e alle nuove generazioni. La via maestra per includere passa soprattutto attraverso le politiche di sviluppo dell’occupazione, essendo il lavoro la condizione per una vita dignitosa, autosufficiente e alimentata dalle relazioni umane e civili. Il punto non è negare i diritti di cittadinanza, ma potenziare i servizi all’inclusione e la mediazione culturale, a partire dalle scuole fino a coinvolgere tutti gli enti professionalmente idonei sul territorio”.

 

CONTRO: “Conti alla mano circa 800mila persone diventerebbero subito cittadini italiani e poi circa 80/100 mila negli anni successivi” commenta Cavandoli.

“I problemi di questa normativa sono di principio, non si vede perché ampliare il novero dei cittadini italiani se non per fini elettorali del PD, ed applicativi perché possono verificarsi molte distorsioni: penso a chi dichiara falsamente la sua età all’arrivo in Italia senza documenti o chi dichiara la paternità di un soggetto consenziente avente i requisiti indicati dal disegno di legge”.

“Sicuramente questa proposta di legge non fa l’interesse degli italiani”.

 

MODIFICHE A QUESTA RIFORMA?

PRO: “Sarebbe opportuno un intervento del Parlamento Europeo per far adottare norme omogenee in tutti i Paesi dell’UE per l’ottenimento della cittadinanza del paese che si sceglie ricordando sempre che si acquisisce contestualmente anche quella europea” conclude Alimadhi.

CONTRO: “Credo che l’Italia debba tornare a controllare i confini e a mantenere una legislazione restrittiva per l’attribuzione della cittadinanza, la legge attuale è già sufficientemente ampia e soprattutto agli stranieri residenti in Italia vengono attribuiti un novero di diritti e di servizi (welfare, assistenza sanitaria, servizi, scuole, ecc.) equivalente a quelli dei cittadini italiani” conclude Cavandoli.

 

 

3 Commenti

  1. Non sono leghista ma in questo caso, a proposito della legge ” ius soli” sono d’accordo con l’avvocato Cavandoli per tutte le motivazioni da lei espresse

  2. Non è necessario essere leghista per capire certe cose…..speriamo che almeno i “contro” non mollino e che questa legge non passi MAI

  3. Sono pienamente d’accordo con l’avvocato Cavandoli pur non essendo io un simpatizzante o sostenitore della Lega Nord. I figli di stranieri residenti in Italia attualmente conducono già una vita normale usufruendo di tutti i servizi che il sistema Italia dispone. Al compimento del 18* anno di età avranno garantita la cittadinanza se lo vorranno. Perché non pensiamo invece a tutti quei minori e famiglie di italiani che vivono in condizioni di estremo disagio a causa della crisi economica…??

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