Risparmio, la situazione in Italia migliora, ma cala la fiducia sul futuro

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Piccole formichine crescono: continua il trend positivo del volume di risparmio accumulato dagli italiani, che aumenta per il quarto anno consecutivo. Eppure, il Paese è attanagliato dai timori sul futuro: la maggioranza dei cittadini crede che la crisi durerà ancora per anni.

Italia a due facce: è questo il dato che arriva dalle indagini di Acri e Ipsos diffuse nel corso dell’ultima “Giornata mondiale del risparmio”, che hanno fatto il punto sulla situazione del capitale accumulato dalle famiglie del nostro Paese. Se, infatti, da un lato per il quarto anno consecutivo continua a salire la quota di risparmio, che ha raggiunto il livello più alto degli ultimi 13 anni, dall’altro cala la fiducia sulla ripresa, che la maggioranza dei nostri connazionali vede ancora molto lontana.

Formichine in Italia. Nello specifico, la quota di italiani che sono riusciti a mettere da parte almeno qualche euro negli ultimi dodici mesi è passata dal 37 per cento del 2015 al 40 per cento del 2016, che come detto rappresenta il volume più alto degli ultimi tredici anni. Nell’indagine si legge, in dettaglio, che il 40 per cento degli intervistati afferma di essere riuscito a risparmiare negli ultimi dodici mesi, un dato che supera di molto quello relativo a chi consuma tutto il proprio reddito; eppure, torna ad aumentare la quota delle famiglie che spende di più di quanto guadagna, dal 22 per cento del 2015 al 25 per cento attuale, concentrata in modo particolare al Nord.

Dinamiche diverse. La volontà degli italiani di risparmiare resta dunque molto forte, ma si segnala anche che rispetto agli anni passati i nostri connazionali hanno meno ansia se non riescono a mettere via nulla: solo due anni fa, la percentuale di persone che si dichiarava “non tranquillo senza risparmiare” era pari al 46 per cento, mentre oggi è scesa al 37 per cento. Allo stesso tempo, sale la quota di chi preferisce godersi la vita senza pensare a risparmiare, toccando l’11 per cento. Sullo sfondo, resta un dato drammatico: più di 3 famiglie su 4, ovvero il 76 per cento totale, non sono infatti in grado di far fronte a una spesa imprevista di mille euro con risorse proprie.

L’investimento ideale. Interessante è poi il focus sulle dinamiche degli investimenti in Italia, settore in cui i recenti scandali bancari hanno lasciato il segno: due italiani su tre, infatti, dichiarano di preferire risparmi liquidi, con un 32 per cento che ritiene che non esista un investimento ideale. Crolla poi al 30 per cento (5 punti percentuali in meno in anno) la quota di persone che acquistano titoli di stato, probabilmente a causa dei bassi tassi di interesse, mentre al contrario è in risalita l’opzione del deposito di capitali. Merito di strumenti come quelli proposti da Conto Facto, il prodotto di Banca Farmafactoring, che si guadagna la palma di conto deposito migliore tra quelli attualmente presenti sul panorama italiano, grazie a un mix di bassi costi di gestione, affidabilità e soprattutto buon margine di interesse.

Tra sfiducia e miglioramenti. Mediamente dunque gli italiani stanno meglio rispetto ad appena due o tre anni fa, ma permane un clima generale di sfiducia che crea timori per il futuro: quasi 9 persone su 10, infatti, si dicono convinti che la crisi durerà ancora per alcuni anni, e addirittura un 50 per cento si aspetta che l’Italia tornerà ai livelli pre-crisi del 2007 soltanto dopo il 2021. Come dice il curatore dell’indagine, Nando Pagnoncelli, Presidente di Ipsos, “il clima di sfiducia che pervade il Paese è una combinazione di elementi economici e sociali. «Non è un caso che in cima alle maggiori preoccupazioni degli italiani ci sia la disoccupazione o la paura di perdere il lavoro. Senza trascurare il fatto che in Italia il 67% dei giovani tra i 18 e i 34 anni non ha la possibilità di lasciare la casa dei propri genitori per provare a costruirsi un futuro più indipendente e autonomo. In sintesi per gli italiani il Paese migliora ma non riescono a vederne gli effetti”.

 

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