Fiere di Parma. Scarpa (PD): “Non si possono svendere i gioielli di famiglia”

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“Un’amministrazione a fine mandato vende quote di partecipazione per fare cassa: non è certo questo il momento. Parma ha perso progressivamente troppi asset strategici in questi ultimi anni”.

Paolo Scarpa, primo e unico (sin’ora) candidato alle primarie PD per la carica di sindaco commenta la decisione dell’amministrazione Pizzarotti di vendere quote comunali di Fiere di Parma.

“I cittadini di Parma sono azionisti, attraverso il Comune, di Fiere di Parma Spa, partecipazione che adesso l’Amministrazione intende vendere. Si tratta, a mio avviso, di un errore. E per due ragioni. La prima è che l’Amministrazione Pizzarotti è a fine mandato e una decisione del genere porrebbe un’ipoteca grave sul futuro della città, e quindi non le compete. La seconda è la perdita di controllo progressivo sul sistema Parma. Una vendita di questa entità sostanziale non può avvenire con leggerezza, solo per fare cassa e per pochi euro (si parla di sei/sette milioni, circa il 3% del monte investimenti a Bilancio).

Non si svendono i gioielli di famiglia frutto di anni del lavoro di una intera città, al fine di utilizzarne i proventi per qualche intervento contingente.

La perdita progressiva di controllo di Parma sui propri asset strategici è un problema che in questi anni si è ingigantito: abbiamo perduto Spip, abbiamo perduto Soprip, l’Aeroporto è a grave rischio di chiusura, mentre Tep rischia di scomparire e ora si parla di cedere le quote pubbliche di Fiere di Parma. Sono questioni tra loro profondamente diverse, ciascuna con una propria storia, ma testimoniano un impoverimento del sistema Parma”.

Scarpa passa poi a rassegna alcune decisioni amministrative che hanno fatto discutere in questi giorni:

“Nel 2013 il Comune ha fatto fallire Spip, società indebitatissima con le banche, ma che possedeva circa un milione di metri quadrati di aree produttive urbanizzate pubbliche dovepoteva espandersi il sistema produttivo di Parma.

Soprip, società pubblica, simile per finalità a Spip, dopo essersi indebitata in modo vergognoso, passa dal concordato preventivo a una fase di liquidazione.

Nel 2016 Tep sembra avere perso l’appalto sul Trasporto Pubblico Locale. Può essere che i vari ricorsi presentati conducano a ribaltare gli esiti della gara che ha visto vincitriceBus Italia, ma oggi la lettura oggettiva è che Tep a brevissimo termine diverrà una scatola vuota.

Su Fiere di Parma non si può agire con leggerezza. Ricordiamoci che su tutta quell’area, che comprende Fiere, Aeroporto, futuro Centro commerciale ex Salvarani e che è a ridosso di autostrada e Alta Velocità, si giocano partite fondamentali, che possono determinare, nel bene o nel male, il futuro della città.

L’aeroporto deve potere crescere, perché l’alternativa è morire, ma devono essere tarati con attenzione assoluta gli impatti ambientali;la nascita del nuovo centro commerciale deve salvaguardare il piccolo commercio in città, aiutarlo, non ucciderlo; le Fiere devono sviluppare con vigore una compartecipazione tra pubblico e privato che fino ad oggi ha dato risultati positivi. Le tre cose non sono disgiunte, ma profondamente collegate e un progetto comune deve comprendere l’idea di nuovi collegamenti, sia con l’Autostrada, sia con la Tav. Occorre gestire i processi con visione strategica:la navigazione a vista di questi ultimi anni ha prodotto alla fine solo disastri“.

 

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