Rainieri (LN) contro Pizzarotti e la legalizzazione delle droghe leggere

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Adesso basta, ma basta davvero. Sbagliare è umano, perseverare stupido oltre che diabolico”. Così Fabio Rainieri, vicepresidente del Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna interviene contro il sindaco di Parma che durante un dibattito sulle droghe ha ribadito di essere favorevole alla legalizzazione di quelle leggere.

“E’ quanto mai curioso che in concomitanza con la maxi operazione  ‘Bassa Siberia’, blitz antidroga dei Carabinieri di Parma e Fidenza che ha coinvolto 33 persone che avevano dato vita ad un’efficiente rete di spaccio che aveva creato un vero e proprio monopolio sulla piazza di Parma, in particolare nella Bassa fra Colorno e San Secondo Parmense, Pizzarotti torni a ribadire la sua posizione a favore delle droghe leggere. Una posizione che ha raccolto non solo il mio no, ma anche quello, tra gli altri, di don Valenti, dei poliziotti e dello psichiatra del Sert”.

“Ma come si fa – si chiede Rainieri -? Possibile che alcuni continuino a perdere  le migliori occasioni per stare in silenzio? Adesso è davvero il caso di dire basta e di guardare in faccia la realtà. Una realtà che hanno dipinto bene i militari dell’Arma sgominando una banda che nella piazza di Parma, e non solo, era in grado di offrire ogni tipo di sostanza stupefacente, dalla cocaina all’eroina, passando per hascisc, marijuana, anfetamina, Mdma e Ketamina. Migliaia le dosi vendute tramite una rete che copriva la provincia parmense ma con ramificazioni anche nel cremonese, nel mantovano e in provincia di Reggio Emilia. Il singolo spacciatore – continua l’esponente del Carroccio – riusciva anche a smerciare sino ad un chilo di droga al giorno, tanto che a carico di uno degli arrestati, negli otto mesi di indagine, sono stati verificati addirittura sedicimila contatti”.

“Ai carabinieri – spiega Rainieri – va il mio grazie più sentito. Anche se molto resta ancora da fare per arginare questo fenomeno e non certo per colpa dei militari. Basti pensare che tra i 33 indagati (dieci di loro sono in carcere, sette ai domiciliari ed altri sette sono stati raggiunti dall’obbligo di presentazione alla Pg.) molti sono Italiani, ma diversi sono anche gli extracomunitari (tre albanesi, due marocchini, due serbi e tre nigeriani) che dopo essere entrati nel nostro Paese sono andati a incrementare la manovalanza della malavita e della criminalità organizzata. Per questo – conclude – ribadendo il mio ‘no’ a qualsiasi proposta di legalizzazione delle droghe, siano esse leggere o meno, si unisce anche il coro di sdegno contro chi continua a volere accogliere a braccia aperte ogni tipo di immigrato  fingendo di non sapere che senza un controllo all’ingresso porteremo a casa anche spacciatori, stupratori e criminali di ogni genere”.

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