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Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma sempre più nel caos

Riceviamo e pubblichiamo la lettera firmata di un medico preoccupato, che testimonia come l’ospedale di Parma sia sempre più nel caos. E chi ci perde? Ovviamente i cittadini, che dell’ Ospedale eccellente che era rischiano di trovarsi solo in nome di un “bolognacentrismo” sempre più chiaro. E violento, per certi versi.

“L’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma è ormai completamente fuori controllo. Dopo la fuga dei medici dal Pronto Soccorso e il recente comunicato stampa della UIL che preannunciava altre uscite, sono confermate le dimissioni di professionisti di spicco in medicina riabilitativa, neurochirurgia e chirurgia plastica, che hanno deciso di trasferirsi in altri Ospedali della Regione o nel privato.

Così pure, i “prescelti” per la carriera universitaria, nonostante i favoritismi da parte della Direzione e del Magnifico Rettore, non sembrano particolarmente attrattivi. Infatti, laddove al di fuori di ogni programmazione e logica didattica siano state finanziate cattedre “disegnate ad personam”, i risultati non paiono particolarmente brillanti. Gli iscritti probabili (neanche certi) alla Scuola di Specializzazione in Medicina d’urgenza sono solo 2 con 22 posti a disposizione, percentuale di gran lunga inferiore ai valori medi regionali e nazionali.

Evidentemente identificare figure professionali “jolly” che si occupano un po’ di tutto – dagli anziani alla lungodegenza, dal COVID alle emergenze in generale – non solo è rischioso per i pazienti, ma è anche poco attrattivo per i futuri medici. Forse lo “sceriffo” e il Rettore considerano secondarie le competenze per l’assistenza, la didattica e la ricerca, mentre chi è all’inizio della propria carriera sembra pensarla diversamente. Ricordiamo a entrambi che i cittadini di Parma vorrebbero essere certi di essere curati per i loro problemi da specialisti appropriati, con un percorso professionale solido basato sui meriti e non sugli intrallazzi.

Sembra che la Magistratura penale di Parma stia lavorando intensamente per venire a capo del malaffare portato avanti per anni da reti di interessi politiche e consociative e qualcuno mormora anche di indagini che vedono il coinvolgimento della Divisione Distrettuale Anti-mafia di Bologna. Nel frattempo, però, devono “metterci una pezza” le forze dell’ordine.

L’Esposito ha ricevuto due “avvertimenti” a seguito delle sue denunce: le hanno prima bucato e poi tagliato la gomma posteriore della sua bicicletta nel cortile di casa, per cui sono stati allertati i carabinieri e la Digos a sua tutela. Un’altra professionista è stata aggredita in Ospedale dalla Direttrice Sanitaria facente funzione: è dovuta intervenire la polizia e si sta valutando la scorta da parte dei carabinieri.

Il Direttore supremo nel contempo non si da pace, o si è con lui o contro di lui (come ha ben specificato con le sue iniziative di raccolta firme). Con i suoi legali interni manda reclami e diffide contro le ordinanze del Tribunale del lavoro, con la spavalderia di chi è sempre riuscito a farla franca facendosi giustizia da sé al di fuori di ogni legittimità. Ormai le denunce a suo carico in Procura da settembre ad oggi sono più di 30 e ci si domanda cosa serva ancora alla Magistratura per intervenire. Che le prove siano parzialmente inquinate e i reati ripetuti a dismisura? Nelle ultime sue presentazioni pubbliche, invece che valorizzare i professionisti, ha incensato le sue scelte autoreferenziali e ha sottolineato quello che sarà costruito nel progetto di unificazione Ospedale-AUSL. Come se il principale bisogno dei cittadini sia quello di avere palazzi nuovi con grandi posteggi e non professionisti capaci, con i requisiti previsti dalla legge, che si prendono cura di loro.

In questo caos generale si resta perplessi sulla fiducia data al dr. Fabi dal Presidente Bonaccini e dall’Assessore Donini e ci si domanda se il “sistema Parma” non possa essere un cortocircuito nella scalata di Bonaccini al PD nazionale. Si chiacchiera, tra le altre cose, di una segnalazione inviata a fine settembre al Consiglio Superiore della Magistratura su quanto sta accadendo a Parma (in particolare per la “lungaggine” delle indagini in Procura) e di interrogazioni parlamentari pronte per essere presentate al nuovo Governo”.