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Elezioni- Ovadia per Potere al Popolo: “Il cambiamento parte dal linguaggio: riprendiamoci senso di comunità”

“Ho spiegato recentemente a Bersani cosa significa “compagni”. La parola e’ una parola cristiana cum panis colui col quale spezzi il pane, non basta essere amici per essere compagni, bisogna aver spezzato insieme il pane delle lotte sociali. E qui in questa sede credo di poter usare questa parola”.

Cosi’ apre Moni Ovadia il suo discorso di appoggio e di condivisione di ideali con ‘Potere al Popolo’, neo formazione politica di sinistra che si candidata alle elezioni politiche del 4 marzo, che si è’ tenuta alla Giovane Italia di via Kennedy giovedi’ 15 febbraio in presenza dei candidati locali della lista.

Attore, drammaturgo, scrittore, compositore e cantante Moni Ovadia si e’sempre impegnato in politica prima nel PCI e in seguito con la lista L’Altra Europa di Tsipras.

“Sono felice di non essere come i nostri politici, yesmen e asserviti al potere. Ma devo darvi anche darvi un dispiacere: Potere al Popolo e’ un nome del c***o-prosegue Ovadia- Un nome ottocentesco, anche perché il popolo non esiste, e’ un’enfatizzazione romantica di cui si sono sempre serviti i reazionari. Il patriottismo e’ l’ultimo rifugio dei peggiori mascalzoni e la storia dimostra che l’Italia manifesta un sentimento di popolo solo quando vince la nazionale. Credo che in questo momento la questione del linguaggio sia strategica e attraverso il linguaggio avviene una trasformazione della società’ e l’imposizione di una cultura o sottocultura passano attraverso il linguaggio. Mercato e’ la parola dominante e il mercato e’ per chi puo’ comprare e non da’ a chi ha bisogno, la nostra lotta e’ improba, perche’ dobbiamo contrastare questo. Bisogna ricreare il bene comune, mentre ora tutto e’ sottoposto a regole di mercato”.

Acqua pubblica, multinazionali, privatizzazioni, manipolazione dei bisogni e altri temi cari alla sinistra radicale contro il capitalismo disumanizzante che domina il mondo economico occidentale sono stati toccati da Moni Ovadia durante l’incontro “Berlusconi con le sue 3 televisioni regalate da Craxi ha seminato sottocultura e noi dobbiamo capire che si deve diffondere, per contro, la cultura della vita, del lavoro e della centralità della dignità umana. Siamo stati espropriati del senso della vita e dobbiamo riappropriarcene per rifondare un nuovo senso di comunità, la nostra profonda umanità’ fatta di relazioni” conclude Ovadia, non risparmiando una stoccata al Partito Democratico definendolo un partito non certo di sinistra “un partito di centro, ad essere gentili”.

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