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Curò il cancro con decotti e tisane causando la morte di una 38enne, ma non è omicidio. Assolto naturopata

Ha curato una donna malata di cancro con decotti e tisane, causandone la morte. Ma non è omicidio: lo ha stabilito la Corte D’Assise, assolvendo il naturopata Alfonso Fabrizio, 73 anni, accusato di omicidio volontario.

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Per lui i pm Umberto Ausiello e Paola Dal Monte avevano chiesto la condanna a 16 anni di reclusione.

La giuria ha derubricato il reato in esercizio abusivo della professione medica, reato già in prescrizione: i fatti risalgono al periodo 2004-2006, quando poi la donna, 38 anni, madre di due figli, è spirata.

Inizialmente il naturopata era finito a processo per morte come conseguenza di altro reato: la donna, accomunata al natuopata dalla propria religione (testimoni di Geova), si era rivolta a lui per curare un tumore al seno, ma l’uomo ha sempre negato di averle sconsigliato di consultare anche un medico.
Giovedì, l’assoluzione.