L’Indagine sulla Condizione occupazionale ha coinvolto in particolare 2.652 laureati triennali del 2015 contattati a un anno dal titolo (nel 2016), il 57% dei quali prosegue il percorso formativo con la magistrale. Ma il 72% di coloro che hanno deciso di non proseguire gli studi ha già un’occupazione. Il 25% è dipendente a tempo indeterminato, il 12% ha un’attività autonoma. La retribuzione è in media di 1.105 euro mensili netti. Sono 54 laureati su cento quelli che considerano il titolo molto efficace o efficace per il lavoro che svolgono.
I laureati magistrali biennali del 2015 contattati dopo un anno dal titolo sono 1.484, il 77% dei quali è occupato (71% la media nazionale). Ben 29 occupati su cento possono contare su un contratto a tempo indeterminato, mentre il 9% svolge un’attività autonoma. La retribuzione è di 1.177 euro mensili netti; il 51% ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro che sta svolgendo.
L’87% dei 1.472 laureati magistrali biennali del 2011 è occupato (media nazionale 84%). Il 57% ha un contratto a tempo indeterminato, il 19% svolge un lavoro autonomo. Le retribuzioni arrivano a 1.419 euro mensili netti; 54 laureati su cento ritengono la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro che stanno svolgendo.
L’83% dei laureati dell’Università di Parma è inserito nel settore privato, il 12% nel pubblico. La restante quota lavora nel non-profit (5%). L’ambito dei servizi assorbe il 67%, mentre l’industria accoglie il 31% degli occupati. Marginale la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.
I laureati nel 2016 dell’Università di Parma coinvolti nel Rapporto sul Profilo dei laureati sono 4.525, di cui 2.374 di primo livello, 1.480 magistrali biennali e 637 a ciclo unico. Il 46% dei laureati proviene da fuori regione, contro il 22% della media nazionale; in particolare la percentuale è del 40% tra i triennali e del 51% tra i magistrali biennali. La quota di laureati di cittadinanza estera è complessivamente pari al 4,4%: il 5,2% tra i triennali e il 3,2% tra i magistrali biennali. È in possesso di un diploma di tipo liceale (classico, scientifico e linguistico) il 63% dei laureati: è il 58% per il primo livello e il 63% per i magistrali biennali. Possiede un diploma tecnico il 23% dei laureati (nello specifico è il 25% sia per il primo livello sia per i magistrali biennali). Residuale la quota dei laureati con diploma professionale.
L’età media alla laurea è 26,1 anni per il complesso dei laureati, esattamente in linea con la media nazionale; nello specifico 24,9 anni per i laureati di primo livello e 27,2 anni per i magistrali biennali. Un dato su cui incide il ritardo nell’iscrizione al percorso universitario. Il 48% dei laureati terminano l’università in corso: in particolare sono il 47% tra i triennali e il 57% tra i magistrali biennali. Il voto medio di laurea è 100,5 su 110 (102,5 il dato nazionale): 97,4 per i laureati di primo livello e 105,6 per i magistrali biennali.
Il 64% dei laureati ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi, dato ben più alto della media nazionale del 56%: sono il 67% tra i laureati di primo livello e il 64% tra i magistrali biennali (valore che cresce al 75% considerando anche coloro che l’hanno svolta solo nel triennio). Ha compiuto un’esperienza di studio all’estero riconosciuta dal corso di laurea (Erasmus in primo luogo) il 9% dei laureati, dato inferiore di due punti rispetto a quello nazionale: il 6% per i triennali e il 13% per magistrali biennali (quota che sale al 16% considerando anche coloro che le hanno compiute solo nel triennio). Il 65% dei laureati ha svolto un’attività lavorativa durante gli studi universitari: è il 65% tra i laureati di primo livello e il 67% tra i magistrali biennali.
L’84% dei laureati è soddisfatto del rapporto con il corpo docente e l’82% ritiene il carico di studio adeguato alla durata del corso. In merito alle infrastrutture messe a disposizione dall’Ateneo, 79 laureati su cento considerano le aule adeguate; più in generale, 87 laureati su cento si dichiarano soddisfatti dell’esperienza universitaria nel suo complesso. Il 68% dei laureati sceglierebbe nuovamente lo stesso corso e lo stesso Ateneo, mentre il 7% si riscriverebbe allo stesso Ateneo, ma cambiando corso.