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Operazione grande fiume, smantellato spaccio italo – albanese – VIDEO

Tra la tarda serata di martedì e l’alba di mercoledì i Carabinieri hanno eseguito 9 ordinanze cautelari emesse su richiesta della Procura della Repubblica di Parma, che ha coordinato le indagini – dal Gip presso il locale Tribunale nei confronti di un gruppo italo-albanese (7 albanesi, tra cui due donne) ritenuto responsabile di spaccio di cocaina nella Provincia di Parma, soprattuto nella zona di Zibello, Polesine e limitrofe.

“Il grande fiume” pieno di cocaina viaggiava tra Senago, nel milanese, e Parma. L’operazione di appostamenti, intercettazioni e verifiche è iniziata nel 2014 ad opera dei carabinieri della Compagnia di Fidenza.

Una sessantina le persone segnalate come assuntrici, vari e variopinti i locali dello scambio, dalle piazza ai bar passando per alcuni locali del Municipio.

Cinquanta i militari impegnati nel blitz, eseguito da  militari delle stazioni di Polesine Zibello e Busseto, in collaborazione con i colleghi di Mazara del Vallo (Trapani) e di Senago, nel milanese.

Fulcro dello spaccio erano due famiglie di albanesi, con la collaborazione di fornitori connazionali e di due italiani che fungevano da autisti, essendo il pusher privo della licenza di guida, ritirata anni prima: prezzo della corsa (per il carcere, con l’accusa di spaccio) 100 euro al picchio.

Un operaio albanese, coadiuvato da moglie e madre, residenti a Polesine, e da un autista, appunto, si occupava di procacciare la cocaina con viaggi a Parma e a Senago. Una volta a casa il “bianco”, di ottima qualità, veniva preparato e diviso, approntato per lo spaccio e sistemato in ovuli dalle due donne, ufficialmente casalinghe, incensurate, da lungo tempo in Italia. Le piazze di destinazione, Polesine e Zibello appunto.

L’altra allegra famigliola si occupava invece di Busseto: due fratelli, con precedenti di specie, operai edili, albanesi, arrestati a Mazara del Vallo dove erano impegnati per lavoro (quello ufficiale).

Nel corso delle indagini altre tre persone, due italiani, di 26 e 36 anni, S.G. e D.A.A e un albanese, sono stati arrestati in flagranza per spaccio. Consistenti anche i sequestri di droga: 300 grammi di cocaina e 70 di hashish, mentre nell’appartamento parmigiano di un albanese fermato a Parma sono stati rinvenuti ben 10mila euro in banconote da 50 euro, di probabile provento di spaccio.

Gli accordi, sia tra “colleghi”, che coi clienti, al telefono. La cocaina diventava: “cena”, “aperitivo”, “tosone”, “formaggio”, “vivin c” e altri nomi di fantasia.

In manette sono finiti anche due fornitori, rintracciati a Parma e nel milanese. I sette uomini, di età compresa dai 25 ai 42 anni, sono stati portati in carcere, mentre le due donne si trovano agli arresti domiciliari. (effedivi)