Carcere – Risse e continui ricoveri “inutili” dei detenuti. “E NOI PAGHIAMO”

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20040210-PARMA

“La situazione dei frequenti ricoveri dei detenuti del carcere di via Burla sta diventando sempre più preoccupante e rischia di avere ripercussioni sulla sicurezza degli agenti di polizia penitenziaria, sui costi gestionali e addirittura sulle liste d’attesa dell’utenza del pronto soccorso”.

La denuncia arriva dal consigliere regionale della Lega Emiliano Occhi che, sulla questione, ha presentato un’interrogazione alla Giunta per sapere quale sia la spesa annuale per i ricoveri e le visite specialistiche dei pazienti provenienti dal carcere di Parma, per avere contezza del numero degli accessi in “codice rosso” presso il PS di Parma che successivamente vengono derubricati a “codice bianco” e per comprendere se l’esecutivo ritenga che un servizio medico e infermieristico interno al penitenziario potrebbe portare ad una riduzione dei costi per il servizio sanitario regionale.

“Come già emerso anche nel corso della recente visita da parte del sottosegretario al Ministero della Giustizia Andrea Ostellari, quello di Parma è un caso singolare: dei circa 700 detenuti, numerosi dei quali sottoposti al regime penitenziario art. 41 bis, la maggior parte sono italiani di età avanzata e affetti da diverse patologie. A scontare la pena in via Burla ci sono anche diversi di soggetti con disabilità che necessitano, oltre che di particolari cure, anche di strutture adeguate alle esigenze fisiche e motorie tra cui apposite apparecchiature per gli spostamenti, o dell’assistenza di care giver” spiega Occhi, rilevando come la struttura “non sia adatta a ospitare detenuti che presentano severe problematiche”.

“Spesso la direzione  – prosegue il leghista – si trova costretta a inviare presso le strutture ospedaliere della provincia i detenuti che necessitano di cure e va sottolineato che una serie di ricoveri è riconducibile alla forte rissosità dei detenuti che spesso coinvolge il personale sanitario e penitenziario che rimane vittima di aggressioni”.

“Per fronte alle continue richieste di assistenza da parte dei detenuti sarebbe stata individuata una modalità alternativa per la cura e la gestione dei pazienti, ad esempio utilizzando la telemedicina nelle aree sanitarie degli Istituti Penitenziari che non è stata però implementata all’interno della casa circondariale di Parma, motivo per il quale ho chiesto alla Regione se intenda attivare un servizio di medicina e infermieristica all’interno del penitenziario per evitare, se non in casi gravi, l’accesso al pronto soccorso o il ricovero in ospedale e di concerto effettuare anche le visite specialistiche all’interno del carcere in modo da ridurre il numero di trasporti dei detenuti dalla struttura agli ospedali” ha aggiunto l’esponente del Carroccio.

“Attraverso il mio atto ispettivo ho chiesto se sia mai stata segnalata al DAP la problematica e i relativi costi sostenuti dal servizio sanitario regionale. Non possiamo dimenticare che carcere di Parma viene scelto per il collocamento di detenuti con malattie pregresse in quanto dotato di reparto sanitario. Tuttavia, ciò comporta un esubero di detenuti all’interno della casa circondariale gravando irrimediabilmente sulla sicurezza degli agenti della struttura. La Regione vuole fare finta di niente o ha intenzione di rivolgersi al Dipartimento di Giustizia affinché vengano inviati meno detenuti che presentano particolari patologie, valutando magari la costruzione di reparti sanitari all’interno di altre strutture della Regione?” ha concluso Occhi.

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