“Nuovo” Tardini: ecco come Parma può diventare un modello da seguire

Dallo stadio di proprietà all'indotto economico che esso comporta, ecco come l'esempio ducale è un "allineamento" alle scelte del calcio Europeo

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“Creazione di nuovi posti di lavoro, nuovi introiti per i club, un maggiore spettacolo sportivo e molto altro. Come noto, sono molti i benefici che la costruzione di nuovi stadi di proprietà può apportare al mondo del calcio, in Italia e non solo, con una progettualità innovativa e fruibile per i tifosi del futuro”.

Inizia così un approfondimento de Ilsussidiario.net sulle opportunità rappresentate per l’intero indotto economico da uno stadio nuovo o rigenerato.

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Uno studio di Deloitte mostra come nuovi stadi potrebbero avere un impatto molto positivo per il mercato del lavoro italiano, con la creazione di 25 mila nuovi posti tra forza lavoro per la costruzione e indotto per gli esercizi commerciali e le attività di pertinenza.

Il modello “stadio di proprietà” tanto desueto in Italia è comune nel resto d’Europa: se in Serie A il 70% degli stadi è di proprietà pubblica, il 20% privata e il 10% ibrido, in Inghilterra il controllo del pubblico sugli stadi non supera invece il 20% e in Germania il 40%. E la situazione è anche peggiore in Serie B e C, dove nel 2019, su 74 club totali, ce n’era solo uno con uno stadio con proprietà ibrida tra privato e pubblico.

“Uno dei progetti di nuovo stadio di proprietà al momento più vicino a vedere la luce è quello del Parma Calcio, il cui masterplan prevede: un nuovo impianto sportivo senza pista di atletica, la copertura per tutti i settori, la predisposizione di strutture di ospitalità flessibili ideate per ospitare eventi sia nel giorno partita, sia nei giorni di non partita, la riduzione al minimo di qualsiasi impatto sull’ambiente (e sulla comunità locale) e la creazione di nuovi spazi commerciali per i professionisti parmigiani.

Inoltre, se il progetto iniziale prevedeva una concessione da parte del Comune del terreno dove sorgerà lo stadio, si sta a oggi concretizzando la possibilità che il Comune di Parma decida di vendere l’impianto, così come avvenuto, in forme diverse, per Reggio Emilia, Bergamo e Udine.

I fattori che stanno per rendere realtà questo nuovo progetto a Parma sono molteplici, e possono essere presi ad esempio per tutti gli altri casi di progettazione di stadi in Italia: in primis è necessario avere alle spalle una proprietà solida (nel caso del Parma quella che fa a capo all’imprenditore americano Kyle Krause), ma anche una visione di medio-lungo periodo, non di piccolo cabotaggio, che, unitamente a una società finanziariamente in salute, come è da anni il Parma sotto la gestione americana, consenta di programmare investimenti ed attività per i prossimi decenni. L’ascolto degli interessi di tutte le parti coinvolte è stata inoltre una variabile fondamentale per il successo di un plan di costruzione di un nuovo stadio: il Comune di Parma ha coinvolto la città nella partecipazione del progetto e tutti gli stakeholder interessati” – conclude l’approffondimento.

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