Caos Serie B, Genoa e Reggina a rischio penalizzazione, mancato pagamento IRPEF. E qualcuno disse: “Mai più casi Parma”

Si era detto mai più casi Parma. Mai più Irpef non pagati, mai più fallimenti figli di amministrazioni scellerate. Ne sono successi, altri, puntualmente. Soprattutto nelle serie “minori”. Poi c’è stato  il Covid. La Juve che prende Ronaldo ma non riesce a metabolizzarne i costi guadagnando sull’immagine proprio per la pandemia. La Legge Lotito che proponeva di spalmare i debiti in 5 anni pagando il 10% di interessi: lo scopo, salvare il calcio nel post coronavirus

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Genoa e Reggina a rischio penalizzazione per mancati pagamenti IRPEF? La bomba sui calabresi la lancia oggi la Gazzetta dello Sport, dalla prima firma della serie B Nicola Binda. Quella sul Genoa, era scoppiata a metà gennaio. 

Si era detto mai più casi Parma. Mai più Irpef non pagati, mai più fallimenti figli di amministrazioni scellerate.

Ne sono successi, altri, puntualmente. Soprattutto nelle serie “minori”.

Poi c’è stato  il Covid. La Juve che prende Ronaldo ma non riesce a metabolizzarne i costi guadagnando sull’immagine proprio per la pandemia.

La Legge Lotito che propone di spalmare i debiti in 5 anni pagando il 10% di interessi: lo scopo, salvare il calcio nel post coronavirus.

E poi c’è il 2023, iniziato con la tempesta Juve in pieno tornado, l’Inter a rischio pignoramento quote per la vicenda Zhang e la serie B che potrebbe perdere il proprio equilibrio. Finendo falsata da penalizzazioni e squadre che mollano. 

Perchè? In primis il caos Genoa. Il Grifone ha tentato di aderire alla “legge Lotito”, la norma di bilancio ideata per supportare i club indebitati con il Fisco dopo la pandemia.

Una strada errata, come spiegava la Gazzetta dello Sport, in quanto “la richiesta all’Agenzia delle Entrate non l’ha fatta il club, come da regolamento, ma la Genoa Image srl, una società controllata alla quale il Genoa ha ceduto i diritti dello sfruttamento del marchio in cambio appunto dell’accollo di parte dei debiti, in particolare quelli con il Fisco”.

Quindi l’Agenzia delle Entrate ha presentato alla procura una denuncia nei confronti di Alessandro Zarbano, amministratore delegato del Genoa, per il mancato versamento delle ritenute Irpef di alcuni giocatori e dipendenti per l’anno 2014.

Secondo il fisco, il debito con l’erario ammonterebbe a circa undici milioni.

Pronta la risposta del club rossoblù attraverso un comunicato apparso sul proprio sito ufficiale: “In relazione alla notizia destituita di ogni fondamento inerente il presunto mancato versamento di ritenute Irpef sugli stipendi, il Genoa Cfc comunica di aver provveduto nell’anno indicato (2014) al pagamento di oltre 18 milioni e mezzo di euro corrispondenti a quanto dovuto. La Società ricorda che l’adempimento di tale pagamento è stato propedeutico alla regolare iscrizione al campionato ed è certificato dagli organismi sportivi preposti”.

Oggi, le parole di Nicola Binda sulla Reggina: “Sulla Gazzetta  ho ventilato l’ipotesi di una penalizzazione per la Reggina. Si tratta di un caso molto particolare. E’ in corso un concordato per i debiti pregressi e quindi, in base a una legge dello Stato, la società ritiene di aver diritto a non rispettare le scadenze federali. Cosa che però non sta bene alla Covisoc, che avrebbe segnalato il problema alla Procura Figc. Quindi è una vicenda tutta da chiarire ed e’ diversa da quella già raccontata sul Genoa, che in settimana dovrebbe avere sviluppi”.

Ed ancora, Binda, su Facebook. “Lo scorso anno la Juve Stabia è stata penalizzata di 2 punti a causa proprio del concordato in atto. Alla Covisoc non interessa che tu abbia i conti congelati dal tribunale per la richiesta del concordato. Un caso paradossale che andrebbe rivisto e modificato. Non è giusto avere punti di penalizzazione se dopo che hai attivato la procedura del concordato non ti è possibile rispettare le scadenze perchè il tribunale fino a che non si esprime (tempi non brevi) ti congela i conti societari, con l’impossibilità di versare quanto dovuto. Aggiungo che se provi a pagare con risorse economiche dei proprietari del club ma esterni alla società non ti è comunque concesso (la Juve Stabia provò questa strada senza successo)”.

Mai più casi Parma. Lo disse Carlo Tavecchio, pace all’anima sua. Ma non è stato di parola, non per disturbare i morti, ma per salvare i vivi. Il soldato calcio, sempre meno credibile. Alla faccia dei tifosi, che si sgolano in uno stadio ogni maledetta partita. Perchè loro, si in qualcosa vogliono ancora credere.

 

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