Luci a San Siro, il Parma illude e onora la Coppa ma l’Inter in extremis passa: finisce 2-1

Rabbia e amarezza, porta a casa il Parma da San Siro. Non tanto per una sconfitta maturata tra la fine del tempo regolamentare e il secondo supplementare, ma per quanto visto in campo: i crociati hanno giocato a calcio, e anche bene. Si è visto una squadra finalmente giocare, si è visto un gruppo che la serie B dovrebbe mangiarsela, se in campo ci andasse sempre così. Ha avuto conferma chi sostiene che il Parma si salverebbe tranquillamente in serie A, dove puoi fare giro palla e avere spazi. Non era preteso di passare il turno contro un'armata che con la sola panchina vincerebbe la cadetteria, titolare della Coppa Italia e col dovere di onorarla, ma fa impazzire e incazzare come il Miste Hide del Parma sia così bello mentre il Dottor Jekill in campionato fa solo vergognare. Illude Juric, poi una deviazione iellata di Osorio, uno dei migliori, e Acerbi, spengono i sogni e lasciano la concretezza di aver perso, di nuovo, Man, per infortunio, e di dover tornare a palchi meno affascinanti e ben più noiosiSi è visto forse il Parma più bello dell'anno, non è bastato, ma ci vuole la consapevolezza di poter essere questi. Di doverlo essere, per riprendersi un posto che questa piazza meriterebbe.

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Rabbia e amarezza, porta a casa il Parma da San Siro. Non tanto per una sconfitta maturata tra la fine del tempo regolamentare e il secondo supplementare, ma per quanto visto in campo: i crociati hanno giocato a calcio, e anche bene. Si è visto una squadra finalmente giocare, si è visto un gruppo che la serie B dovrebbe mangiarsela, se in campo ci andasse sempre così. Ha avuto conferma chi sostiene che il Parma si salverebbe tranquillamente in serie A, dove puoi fare giro palla e avere spazi.

Non era preteso di passare il turno contro un’armata che con la sola panchina vincerebbe la cadetteria, titolare della Coppa Italia e col dovere di onorarla, ma fa impazzire e incazzare come il Miste Hide del Parma sia così bello mentre il Dottor Jekill in campionato fa solo vergognare.

Illude Juric, poi una deviazione iellata di Osorio, uno dei migliori, e Acerbi, spengono i sogni e lasciano la concretezza di aver perso, di nuovo, Man, per infortunio, e di dover tornare a palchi meno affascinanti e ben più noiosi. Si è visto forse il Parma più bello dell’anno, non è bastato, ma ci vuole la consapevolezza di poter essere questi. Di doverlo essere, per riprendersi un posto che questa piazza meriterebbe. Per contro, quando l’Inter ha messo in campo i suoi migliori, la gara ha cambiato direzione, ma il calcio è anche questo.

Il palcoscenico è di quelli dolci e romantici, che tolgono il fiato: San Siro, il tempio del calcio, dove un tempo il Parma era di casa ed ora solo un viandante in cerca di luci importanti.

Per un palco che conta, Pecchia ritrova dall’inizio Gigi Buffon, capitan personalità, l’uomo che può reggere la pressione perversa della magia del Meazza e che torna a San Siro dopo due anni: davanti a lui difesa a quattro con Valenti terzino sinistro e Delprato a destra, Balogh e Osorio centrali. A centrocampo Bernabé in regia con Estevez e Sohm ai suoi lati, mentre in avanti ancora il Mudo Vazquez falso nueve, con Man e Benek ai suoi fianchi.

Ma si sa, gli infortuni sono il leitmotiv degli ultimi lustri: al 26esimo cercando un controllo si fa male Man. Dentro al suo posto da una panchina già corta, Juric. Ennesimo problema muscolare.

E proprio il croato al 39esimo inventa un gol che è un capolavoro degno del tempio del calcio: suggerimento all’indietro di Sohm, Stanko arriva e di piatto senza neanche sistemarsi il pallone trova l’angolino lontano. Gol, Parma avanti con un’azione che è la cosa che assomiglia più al calcio di quanto fatto vedere dai ducali negli ultimi mesi.

E’ un vantaggio nemmeno rubato, perché i ducali, con nulla da perdere, capitalizzano quaranta minuti di pallone ben giocato e fatto girare stando alti, quasi sfacciati con un’occasione già a tabellino al terzo: D’Ambrosio sbaglia tutto e regala palla a Vazquez, che dal limite dell’area non trova l’angolo e si fa bloccare il sinistro da Onana.

E, per legittimare il vantaggio, al 44esimo ci prova Beneck: sinistro al volo del polacco, che si coordina perfettamente e calcia: Onana respinge in tuffo in angolo. I minuti di recupero sono due, con brivido var per un mezzo scontro Vasquez Dumfries in area, ma non succede nulla. Tutti negli spogliatoi, mentre i 40mila del grande teatro, infreddoliti, soprattutto arrabbiati, iniziano a mugugnare.

RIPRESA – L’Inter avverte l’urgenza di raddrizzare la gara, ma la fretta a tratti diventa confusione, palle arrabattate su se stesse mentre il Parma con una calma che nemmeno conosceva di se stesso, aspetta e riparte con organizzazione e lucidità, come una magia accompagnasse Davide contro Golia nella più antica delle favole sportive.

Al 67 Inzaghi cambia, e butta in mischia l’artiglieria pesante: Dimarco per Bastoni, ex per ex, ma anche Bellanova e Dzeko passando a un inusuale per l’Inter attacco a tre e il Parma inizia a rischiare e soffrire il forcing, anche se si prende con Bernabè il lusso di sbagliare un contropiede facile facile che potrebbe valere il raddoppio.

Pecchia si gioca anche la carta Mihaila, ma i suoi pasticciano in area e rischiano il consueto suicidio con un’incomprensione in area Valenti Balogh che rischia di favorire Correa anche se l’Inter, frettoloso e pasticcione, non ne approfitta.

L’Inter è tutto avanti e il Parma spiaccicato davanti a Buffon, ansia e adrenalina si mischiano e all’88esimo l’Inter la pareggia: Osorio, fin li un gigante, tocca quanto basta una botta di Lautaro da fuori su cross di Bellanova e spiazza Buffon. Uno a uno quando mancava nulla alla fine. 

Un minuto dopo Buffon ricorda al mondo perché alla vigilia del 45esimo compleanno ha ancora molto da dire: botta a colpo sicuro, in contrattempo, di Dzeko, lui dice no come solo lui sa fare.

E per un capriccio di Eupalla, che forse sotto le Luci di San Siro si diverte troppo, la partita continua ai supplementari.

Ti aspetti l’Inter, ma trovi di nuovo il Parma che con Camara impegna Onana. Poi tocca a Hainaut recuperare una palla magica, soffiata in un passaggio Gagliardini – Acerbi, e schiantarla di destro, di un nulla, in diagonale, contro i cartelloni pubblicitari dopo aver sfiorato il secondo palo.

Nel secondo tempo supplementare l’Inter la chiude: grandissimo stop di Dimarco, tiro in mezzo Buffon intercetta ma non trattiene e ci arriva Acerbi di testa che insacca. 2-1.

Il resto è nervosismo e palle perse. Il resto è l’Inter che soffre, rischia il tracollo ma avanti mentre Davide incassa da Golia e si lecca le ferite. Sabato si vola a Bari, con una missione importante: impegnarsi per riprendersi palcoscenici come quello di San Siro.

TABELLINO

INTER – PARMA 2-1

MARCATORI: 39′ Juric (P), 89′ Martinez, 105′ + 7 Acerbi  (I)

INTER: Onana; D’Ambrosio (dall’81 Darmian), De Vrij, Bastoni (dal 66′ Dimarco); Dumfries (dal 66′ Bellanova), Gagliardini, Asllani, Mkhitaryan (dal 66′ Dzeko), Gosens (dal 81′ Acerbi); Lautaro, Correa (dal 105’+10 Skriniar). A disp: Cordaz, Brazao, Curatolo, Carboni, Zanotti, Fontanarosa, Kamate, Stankovic.
All: Simone Inzaghi.

PARMA: Buffon; Delprato, Balogh, Osorio, Valenti (105′ +3); Estevez (dal 73′ Camara), Bernabè (dall’80’ Hainaut), Sohm (dall’80’ Mihaila); Benedyczak (dal 73′ Inglese), Vazquez, Man (dal 26′ Juric). A disp: Chichizola, Corvi, Charpentier, Tutino, Bonny, Ansaldi, Coulibaly.
All: Fabio Pecchia.

Arbitro: Prontera di Bologna
Ammoniti: Bernabè, Camara (P), Dimarco (I)

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