Il padre di Saman in tribunale, udienza rinviata: manca l’avvocato. Sulla moglie: “E’ in Europa”

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E’ stata avviata e subito rinviata al 24 novembre l’udienza che si sta svolgendo ad Islamabad (in Pakistan) per Shabbar Abbas, padre di Saman. All’uomo, arrestato martedì pomeriggio, doveva essere contestata l’accusa di aver avuto un ruolo nell’omicidio della figlia di 18 anni, ma in udienza si è presentato senza avvocato. Il giudice ha quindi rinviato alla prossima settimana affinché sia nominato un difensore. Il 24, oltre le contestazioni mosse dalla procura di Reggio Emilia, si potrebbe discutere l’estradizione di Abbas in Italia.

Un’udienza particolarmente attesa, anche per capire come si determineranno i giudici rispetto a un caso che non ha precedenti. Dopo l’eventuale convalida delle accuse e dell’arresto s’inizierà a discutere dell’estradizione, già chiesta dall’Italia. Secondo il legale italiano di Abbas, Simone Servillo, quella del trasferimento nel nostro Paese è una questione complessa, che presenta diversi profili. Per la presunta morte di Saman, di cui non si è ancora trovato il corpo, Shabbar è stato rinviato a giudizio dalla Procura di Reggio Emilia in concorso con altri tre parenti (il fratello Danish Hasnain e i nipoti, Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq), attualmente in carcere in Italia, e con la moglie, Nazia Shaheen, ancora latitante. Il processo inizierà a Reggio Emilia il prossimo 10 febbraio e questo è direttamente collegato all’eventuale estradizione.

L’avvocato: “Estradizione difficile: manca il corpo di Saman”

“L’estradizione – dice l’avvocato Servillo – è un tema delicatissimo, che nel caso specifico comporta questioni giuridiche complicatissime. Da un lato – spiega il legale – non dappertutto si può processare per omicidio qualcuno se non è stato trovato un corpo. Dall’altro non si chiede l’estradizione sulla base di un giudicato penale di condanna, ma sulla base di un provvedimento che dispone solo la custodia cautelare. Si chiede cioè di estradare dei cittadini pakistani per metterli in prigione in attesa di giudizio”. Una questione che i giudici pakistani dovranno valutare con attenzione, prima di una decisione il cui esito non è per nulla scontato.

Comunità islamiche: “Il Pakistan collabori”

A proposito dell’arresto di Abbas si è pronunciato Yassine Lafram, presidente dell’Unione delle Comunità islamiche d’Italia (Ucoii), che si è costituita parte civile al processo che inizierà a febbraio: “Siamo soddisfatti di questo risultato: avevamo lanciato un appello alle autorità pachistane affinché collaborassero con le autorità italiane per l’arresto dei genitori di Saman e per farli processare”. E aggiunge: “Speriamo davvero che il Pakistan collabori per l’estradizione affinché sia processato in Italia per rispondere alle accuse della magistratura”.

La federazione dei Pakistani in Italia: “Il caso non resti impunito”

Identico l’auspicio del presidente della Federazione dei Pakistani in Italia, Raza Asif: “Speriamo che la giustizia faccia il suo corso e che siano puniti i responsabili. La comunità pakistana aveva sin da subito condannato il fatto senza se e senza ma, c’erano state anche manifestazioni a Novellara e abbiamo fatto una grande opera di sensibilizzazione dentro le comunità. Abbiamo dato la disponibilità alle istituzioni locali e al governo per una collaborazione reciproca”. “Il caso non resti impunito – aggiunge – Perché i figli che nascono qui non sono solo pakistani, ma anche italiani, dobbiamo dargli la nostra cultura ma anche rispettare le cultura italiana”.

Il procuratore Paci: “La madre non è in Europa”

“Attendiamo la nuova udienza del 24 novembre, in cui il padre di Saman Abbas tornerà davanti al giudice e si potrà difendere”. Così il procuratore capo di Reggio Emilia, Gaetano Paci, commenta il rinvio della convalida dell’arresto di Shabbar Abbas. L’uomo, agli agenti che lo stavano arrestando, avrebbe detto di non cercare la moglie Nazia Shaheen perché si troverebbe già in Europa. “La  presenza della donna in Italia o nei Paesi dell’area Schengen non è stata minimamente documentata, quindi questa affermazione lascia il tempo che trova”, ha detto il procuratore. In tema di estradizione,  Paci prosegue:  “Confido che per il 10 febbraio, giorno di inizio della Corte d’Assise, tutti gli imputati siano presenti”. Il corpo  della ragazza scomparsa fra il 29 e il 30 aprile 2021 non è mai stato  ritrovato. “Il rinvenimento dei resti di Saman – conclude Paci – andrebbe a coronare un’azione investigativa tenace ed efficace”. E sarebbe importante  anche per “dare una degna sepoltura a questa ragazza che ha avuto questo tragico destino”.

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