Fournier: “Volevo riposare, ma al Parma non si può dire di no”

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Le dichiarazioni del Managing Director Sport Julien Fournier, rilasciate ai media nella sala stampa dello Stadio Ennio Tardini durante la conferenza insieme al Presidente Kyle Krause.

Quando arrivi in un Club nuovo e sei come me uno straniero, è fondamentale comprendere esattamente il mondo in cui entri prima di prendere qualsiasi tipo di decisione. Devo ammettere che ho una vera e propria ossessione rispetto alla competizione. Amo moltissimo questo aspetto. Dopo 12 anni al Nizza, il mio primo pensiero è stato quello di riposarmi. E questo l’ho detto al presidente durante il nostro primo colloquio. Quello che mi ha convinto a scegliere il Parma a venire qui, è la storia che questo Club possiede

Ho avuto modo di ottenere informazioni da Thuram, suo figlio giocava a Nizza per cui avevo contatti con lui e so che è stato un grande campione qui. Fondamentale il feedback che mi ha dato sul quale a cui mi accingevo a venire. 

Non sono qui per giudicare chi c’è stato prima di me né quello che è stato fatto nei due anni passati, anche perché so che gestire una società sia cosa molto difficile. Il primo obiettivo che mi pongo è quello di comprendere la società e comprendere come funziona. Ho un’idea di cosa sia il Parma, ma con gli occhi di un francese. Voglio entrare di più nella società per imparare esattamente che cos’è questo Club. Il primo impatto con le persone che lavorano in società è stato molto positivo. Voglio continuare a incontrare chi lavora e condividere idee ed esperienze con loro. Vorrei diventare una persona che aggiunge valore, ma mi serve tempo. 

Non sono il tipo di persona che si ritiene fondamentale o il mago con la bacchetta magica e cambia tutto. Non mi considero uno che sa tutto. Al contrario. Il mio obiettivo è creare un team, creare una squadra. Il concetto di squadra sia fondamentale. E’ quello che definisco la squadra dietro la squadra. E ho già notato che ci sono ottime competenze interne. Persone che conoscono il calcio italiano e con le quali intendo collaborare con le mie competenze. Tutti mi chiamano il Direttore. Ma io intendo questo termine non come una persona che ha potere, io ho una responsabilità. La responsabilità di creare un team e una squadra. Il concetto di squadra è l’elemento fondante. 

Il calcio è il calcio, è ovunque. Ogni Paese ha le sue specificità, per questo avrò bisogno dell’aiuto e del supporto delle persone interne per comprendere questo mondo. Un mondo che è meno conservativo del passato, che ha dimostrato di avere un’apertura mentale. Sono qui perché sono forte del convincimento di rispettare la storia e la cultura del Club.

Il mio obiettivo è conoscere la società, senza fare delle rivoluzioni. Le rivoluzioni non mi piacciono. Quello che mi piace è avere successo. E successo vuol dire competere, essere competitivi nella Serie B, nella realtà in cui operiamo. E per avere successo c’è bisogno della collaborazione delle persone che sto incontrando e mi hanno accolto in modo strepitoso. Sento la responsabilità, non importa la mia nazionalità. Sento la responsabilità perché sono in questa società, già Jean Claude Blanc ha ricoperto un ruolo importante in una società italiana.

E’ comprensibile che servono i risultati. Ma torno su un concetto: l’importante è competere, essere competitivi, rimanere nella competizione. Ho visto le prime partite e ci sono diversi aspetti che mi sono piaciuti. L’approccio, l’atteggiamento offensivo, sicuramente quello che mi ha colpito maggiormente. L’altro aspetto è la classifica, anche se solo dopo 5-6 partite è un po’ così. L’importante è la competizione, l’essere competitivi, l’esserci nella competizione. Non mi sentirete mai dire, andremo in Serie A, perché il calcio è un mondo particolare. Quello che mi sentirete dire è che il Parma deve esserci e deve essere competitivo.

Il Parma, per le persone della mia generazione, è un mondo e un Club molto importante. Quando mi ha contattato il Parma, però, ho avuto un sentimento di dolore. Ora vi spiego perché: nel ’99 c’ero anche io in quella famosa finale, che il Parma giocò e vinse contro il Marsiglia. Era una finale dove giocavano grandi nomi, come Thuram, Baggio e lo stesso Buffon. Se il Parma rievocava in me brutti ricordi per la batosta ricevuta, dall’altro mi ha subito entusiasmato. Perché so dove sono, in che società sono e riconosco la responsabilità che ho qui. Ma se devo essere onesto prevale l’onore, l’onore che provo ad essere qui oggi

Tornare in Serie A non sarà facile, ripartiamo dal presupposto che la nostra realtà è la Serie B. Dobbiamo competere ed essere competitivi in Serie B. Non possiamo avere la presunzione perché siamo il Parma ritorneremo in Serie A facilmente, sarebbe irrispettoso nei confronti dei nostri avversari“.

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