Bando piscine senza l’impianto di via Zarotto, Vignali e Osio: “Guerra non mantiene le promesse?”

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“Si prospetta un’altra Odissea per le società sportive del nuoto, in particolare per quelle che usufruivano dell’impianto Umberto Ferrari di via Zarotto, grande assente del bando del Comune appena uscito”.  Così Pietro Vignali commenta il bando che raccoglie le richieste di concessione di utilizzo di spazi natatori per
la prossima stagione sportiva.

“Prima del voto di giugno – aggiunge Pietro Vignali – il sindaco Michele Guerra si era impegnato a riaprire in autunno la piscina di via Zarotto, come si evince anche dalle sue dichiarazioni sulla stampa del 29 maggio scorso che recitano: “Bisogna agire immediatamente a partire
dall’impianto di via Zarotto per il quale l’impegno è di lavorare alla riapertura nel prossimo autunno per avviare poi un lavoro di riqualificazione” . Ma le cose non sembrerebbero andare in questa direzione dato che nel bando per raccogliere le richieste di concessione per l’utilizzo degli impianti comunali per la stagione sportiva 2022-2023 manca proprio l’impianto di via Zarotto. E il mio auspicio è che si possa fare di tutto per riaprire comunque in autunno questa piscina, magari con un ulteriore bando, perché l’impianto è importantissimo per lo sport e per i quartieri Cittadella e Lubiana”.

“Dal 14 febbraio, del resto, non è stato fatto niente, a parte le promesse di riapertura a settembre – spiega Marco Osio, consigliere e “assessore ombra allo sport” della lista civica Vignali Sindaco -. È  molto strano comunque tutto ciò che ruota attorno a questo impianto. Durante il periodo Covid sono stati fatti lavori di adeguamento strutturale anche per il tetto e ad aprile una perizia tecnica parlava di problemi dovuti alla mancata manutenzione straordinaria, anche se non
è chiaro esattamente quale sia il problema. In ogni caso o il Comune o la società che gestiva dovevano intervenire”.

“A pagare il prezzo di tutto ciò  – prosegue Vignali – saranno in primis le società sportive che lì si allenavano, come Nuoto Club 91, Villa Bonelli che già a fine giugno avevano lanciato l’allarme insieme al Cus Parma, arrivando a minacciare una richiesta di risarcimento economico al Comune anche per il “grande danno arrecato allo sport di Parma”. Senza spazi acqua per i quali pagavano un regolare affitto, saranno costrette a emigrare, con maggiori costi e una probabile perdita di tesserati. E poi mamme e bambini, anziani, ragazzi e master si vedranno precluso il diritto a praticare lo sport che amano. Già
l’inverno scorso in migliaia si sono visti interrompere i corsi o spostare la sede di allenamento dall’oggi al domani e in alcuni casi sono dovuti migrare a Sant’Ilario d’Enza”.

“Ci chiediamo se non sia possibile un intervento della Federazione Italiana Nuoto, dato che la piscina è omologata Fin, per chiedere una nuova perizia. Ma rimane che a Parma gli impianti natatori comunali sono insufficienti e questo è inaccettabile, anche perché, il bando appena uscito è ben lontano da coprire le esigenze delle società sportive – conclude Marco Osio”.

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