Europa Verde: ‘al ballottaggio con Guerra ma in Consiglio vigileremo dall’opposizione’

Europa Verde eserciterà un’opposizione costruttiva

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Giunti alla stretta finale verso il ballottaggio, Europa Verde non si sottrae alla scelta tra le due opzioni rimaste agli elettori.

Il giudizio negativo sugli anni di amministrazione del Sindaco Vignali, la presenza di forze politiche distanti dalla nostra visione in quella coalizione e l’apertura su alcuni punti programmatici in tema di sostenibilità e transizione ecologica da parte della coalizione di centrosinistra, determinano una preferenza per il candidato Guerra” fa sapere Enrico Ottolini di Europa Verde.

Questa apertura non annulla tuttavia la distanza con Europa Verde, che, se entrerà in Consiglio comunale, forte dell’ottimo risultato conseguito al primo turno, eserciterà un’opposizione costruttiva in linea con i punti del programma presentato agli elettori.

In particolare, sul tema dell’aeroporto, dell’azzeramento del consumo di suolo, dell’impegno straordinario per una vera transizione energetica e dell’abbandono di progetti infrastrutturali superati ed insostenibili, come la Ti-Bre autostradale e la Via Emilia Bis, Europa Verde si impegnerà a portare proposte in Consiglio e ad esigere atti concreti da parte dell’amministrazione, in coerenza con l’obiettivo assunto dal Comune di diventare carbon neutral al 2030.

Europa Verde valuta inoltre positivamente il fatto che nella coalizione Guerra abbiano prevalso i candidati contrari al progetto cargo, rispetto alla formazione più determinata a proseguire con il progetto di allungamento della pista dell’aeroporto.

Apprezziamo che il candidato Guerra abbia assunto una posizione sempre più netta in proposito, dicendo che in Consiglio comunale non sarà votata la conformità urbanistica.

Siamo invece preoccupati che una nuova amministrazione Vignali possa caratterizzarsi come la prima, ovvero un’amministrazione che per creare consenso spendeva molto più delle proprie entrate, ricorrendo sistematicamente all’indebitamento, in tutte le sue forme: debito finanziario, che veniva esternalizzato e nascosto nelle società partecipate; debito di servizi, utilizzando in modo sconsiderato per la spesa corrente gli oneri di urbanizzazione che dovevano servire a creare infrastrutture urbane essenziali; debito ambientale, quello meno rimediabile, attraverso un indiscriminato consumo di suolo.

Ricordiamo ancora le parole dell’assessore all’urbanistica della giunta Vignali che, in occasione dell’approvazione del Piano Operativo Comunale, disse che avevano “aperto i rubinetti”, quelli del cemento e dell’espansione urbana incontrollata. Quando poi la bolla speculativa immobiliare è scoppiata, è caduto tutto, compresa l’amministrazione, lasciando però nella città e nel territorio circostante, oltre al debito che hanno pagato i cittadini, segni indelebili, strutture non ultimate o semi abbandonate che sono lì ancora oggi a oltre undici anni di distanza

Non vogliamo che quella stagione possa tornare.

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