Vignali: “Dopo dieci anni di fango tutte le mie verità”

Dal debito al patteggiamento, Pietro Vignali snocciola i suoi ultimi dieci anni da incubo. E avvisa: "Basta falsità, querelerò tutti"

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Incontri i “suoi” candidati, Pietro Vignali, e snocciola dieci anni di verità scomode e difficili.

Le dimissioni, il debito, il patteggiamento. E un monito: “Adesso partiranno querele, basta falsità”.

C’è un dramma umano dietro a quello politico, e Vignali non si nasconde.

Stringe tra le mani fogli e fogli, sono atti giudiziari e prove. Sussurra, a tratti: “Ho patteggiato perché a livello umano, personale, ma anche economico non potevo più sostenere la battaglia legale”.

E forse nemmeno crede troppo nella giustizia, ma questo lo aggiungiamo noi.

Poi sul debito fa nomi e numeri, la Cancellieri e Ciclosi, i Commissari che si sono susseguiti a Parma, ma anche Gino Capelli, primo assessore al bilancio della Giunta Pizzarotti: “Per quanto riguarda la questione del presunto debito, un gruppo di esperti di caratura nazionale ha certificato quello che ripetiamo da anni e che aveva detto anche già nel 2012 il primo assessore di Pizzarotti al bilancio: il Comune non è mai stato a rischio dissesto. Ci sono le carte: c’è tutto nero su bianco. Credo che basti”.

Poi alza i toni: “Basta falsi e veleni, sui social e altrove. Ho querelato, querelo e querelerò”.

Poi aggiunge. “La campagna non è stata fondata solo su  asili, viabilità, decoro urbano, burocrazia, ma c’è stato anche chi ha preferito accendere la macchina del fango, riesumando le stesse letture faziose, le stesse argomentazioni infamanti di dieci anni fa. Non sono più disposto a tollerarlo. Non solo per me, ma anche per i parmigiani che da 10 anni sono vittime di un imbroglio”.

E su apparentamenti eventuali per il ballottaggio, ma soprattutto, sull’astensionismo:
“ringrazio Fratelli d’Italia per l’appoggio ricevuto. L’astensionismo mi mi ha molto sorpreso, forse dovuto anche la frazionamento nel centro destra.
Stiamo parlando anche con tutti i candidati sindaco che non sono andati al ballottaggio e ai loro elettori”.

 

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