Verso Crotone, Iachini: “Abbiamo acquisito una mentalità di coraggio”

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Prima di dirigere l’allenamento odierno, l’allenatore Beppe Iachini ha incontrato i giornalisti in videoconferenza per parlare del match di venerdì 6 maggio a Crotone, in programma alle ore 18.15 allo stadio “Scida”.

“Andremo a Crotone con l’obiettivo di verificare ancora dei ragazzi che in prospettiva dovranno rientrare nell’organico per la prossima stagione. Già in qualche gara ci siamo trovati con la squadra più giovane del torneo, tanti ragazzi si sono messi in mostra, questo passaggio servirà per il futuro: faremo ulteriori verifiche sulla loro crescita, sul loro modo di stare in campo per migliorare ancora. Circati e Camara andranno in Primavera perché ha un appuntamento importante: così, come noi abbiamo attinto dalla Primavera e diversi ragazzi hanno esordito, in questo finale c’è bisogno che qualcuno debba tornare con la Primavera. C’è un bel rapporto nato tra Settore Giovanile e Prima Squadra, mi sembra giusto premiare il loro lavoro visto che le giovanili ci hanno dato una mano, viste le nostre problematiche”.

“Gli indisponibili? Inglese, Benedyczak e Bernabé sono usciti prima nell’ultima gara. Forse i primi due dovremmo recuperarli, vediamo oggi. Su Bernabé abbiamo forti dubbi, lo portiamo con noi ma il colpo subìto è stato molto forte”.

La prossima settimana parleremo con la società di quel che sarà il percorso da fare, di conseguenza valuteremo il tutto. Di cosa ha bisogno la squadra per il salto di qualità? Non siamo mai stati messi sotto da nessuno, nonostante abbiamo avuto problematiche inaspettate e nonostante abbiamo messo in campo la squadra più giovane; spesso c’è stato rammarico perché siamo stati più vicini alla vittoria e per episodi non abbiamo portato a casa i tre punti, la sfortuna ha attanagliato soprattutto il reparto d’attacco. Dovremo migliorare i numeri in fase realizzativa. La squadra ha tracciato un percorso, ha conoscenze importanti, tanti giocatori sono cresciuti e questo è positivo: per costruire una squadra con obiettivi importanti ci vogliono anni. Con una squadra così giovane, ci sarà più soddisfazione in futuro. Dobbiamo migliorare il concretizzare sotto porta, ci è mancato questo. Le stagioni possono prendere una certa piega, vedi quanto accaduto al Crotone quest’anno. Le stagioni prendono una certa piega per paura, per timori, per le pressioni, i giocatori non sono sereni nell’affrontare la gara e anziché giocare con l’entusiasmo lo fai con timore. Forse qualche errore è dipeso dall’eccessiva ansia per fare una rincorsa con 9 risultati utili consecutivi che ti impone una pressione alta nell’inseguire gli altri. Detto questo, delle basi per il futuro sono state tracciate”.

“Dopo l’Alessandria stavamo uscendo da un momento di timore e paura, la squadra stava trovando conoscenze e continuità, dopo quella vittoria c’era entusiasmo tra noi e tra i tifosi. Poi si è fermato il campionato per 35 giorni, abbiamo perso Benedyczak e Inglese ad Alessandria e non hanno recuperato subito; strada facendo abbiamo cercato di inserire i nuovi dal mercato di gennaio ma sono arrivati con qualche problema. Il Presidente ha fatto il massimo nel mercato di gennaio, hanno fatto tanto i direttori. L’idea era di fare tutto perfetto, ma non puoi immaginare che ti capitano addosso tante cose. Ogni gara abbiamo avuto 13 giocatori fuori, questa è stata una cosa inaspettata. Nonostante tutto abbiamo cercato di superare le problematiche con il lavoro, migliorando sul gioco e individualmente, ma le tante assenze inaspettate hanno fatto sì che perdessimo cose strada facendo”.

“Sono partito con il 4-3-1-2. Un allenatore cerca sempre di trovare un vestito adatto ai propri giocatori. Mi dava fastidio tenere fuori Man, veder fuori giocatori che stavano dimostrando una crescita settimanale come Bernabé, così come stavano crescendo Circati, Delprato e Cobbaut. Siamo passati al 3-5-2 ma mi dava fastidio vedere Vazquez troppo sacrificato indietro e lo abbiamo messo in avanti; quando abbiamo trovato conoscenze in più abbiamo provato a fare una ricorsa senza privarci di giocatori più qualitativi. Abbiamo mandato in campo una squadra propositiva che privilegiasse la manovra e la tecnica, è nato il 3-4-1-2 per provare a fare una rincorsa. Anche per dare alla squadra una mentalità di coraggio, non di timore. Queste sono state le scelte che un allenatore deve fare per trasmettere coraggio alla squadra e la scelta di voler giocare in questa maniera era stata dettata dall’inserimento di giocatori con una qualità importante. Abbiamo creato diverse occasioni, ma non siamo stati abili e fortunati a concretizzare. La scelta di Vazquez trequartista ha fatto sì che segnasse 13 gol. I punti sono legati al fatto di essere più o meno concreti e alla condizione dei giocatori, questo è il sale del calcio, ogni squadra deve avere la coppia d’attacco che possa giocare con continuità. Simy è un ragazzo d’oro sul piano della professionalità, è arrivato con un percorso di 5-6 mesi non positivi, se avesse sfruttato quelle 5-6 occasioni sarebbe cambiata la sua stagione e la nostra, ci siamo portati dietro qualche problematica che ci è costata qualche punto: non è un modo per addossare responsabilità, i ragazzi hanno sempre dato tutto e ci hanno creduto. C’è dispiacere per la società e per i tifosi che ci hanno appoggiati perché hanno visto che la squadra lottava e penso che questo sia stato apprezzato. Si è fatto che quel che si poteva al meglio, al netto delle problematiche, ma questo fa parte delle stagioni. Guardo il bicchiere mezzo pieno, abbiamo gettato le basi con dei giovani cresciuti con il giusto atteggiamento. Poi a volte per costruire una casa ci vuole più tempo, soprattutto se c’è il maltempo, nel senso di problematiche esterne che ti arrivano addosso”.

“Da quando sono arrivato ho visto crescere tanti ragazzi: Delprato, Turk, Circati, Cobbaut; parliamo dei giovani ma anche i più grandi, Bernabé, Juric e Sohm che ha fatto gare in crescita anche se si è dovuto fermare per problemi fisici, Benedyczak ha margini di crescita, Tutino. Sono cresciuti anche sotto l’aspetto della mentalità, dell’atteggiamento. Sono cresciuti tutti, anche Camara sebbene non abbia giocato tanto, Coulibaly che abbiamo recuperato dopo una lunga assenza; anche Oosterwolde che ha ancora margini di lavoro per la crescita tattica individuale e di reparto, è arrivato da tre mesi e bisogna dargli più tempo per maturare. Se avessi potuto, nelle ultime gare avrei fatto esordire altri della Primavera, come successo a Sits che ha fatto due gare da titolare, ragazzi interessanti che lo avrebbero meritato in quest’ultimo scorcio, ma la Primavera si sta giocando un qualcosa di importante. Il futuro? Il Parma è una piazza che tornerà dove merita: ci sono valori, c’è serietà nel lavoro, c’è un ambiente di tifoseria importante; c’è una società nuova e sta ricostruendo delle cose, quando c’è un cambiamento è normale ci possa volere tempo. Il bello di questo lavoro è anche trovare difficoltà, risolverle e cambiare il futuro”.

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