I benefici dell’alimentazione a km0 ed eccellenze del nostro territorio

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L’alimentazione a km0 è la migliore in assoluto, una scelta che tutela l’ambiente e la salute.

Ma che cosa s’intende con chilometro zero? S’intende il numero dei chilometri che il cibo impiega dal produttore al consumatore, in questo caso essendo il cibo locale, i chilometri sono pari a zero.

Che cosa significa in termini salute? Lo ha spiegato il Report YouFarmer bio&Salute 2019, uno studio nato dalla collaborazione fra YouFarmer e l’Istituto Ricerche Applicate di Usmate Velate (Monza e Brianza). Lo studio ha evidenziato come il cibo bio a km0 apporta maggiori benefici nutrizionali, protegge dai tumori e migliora la salute cardiovascolare.

Questi effetti si hanno perché il cibo non viene lavorato, sottoposto a basse temperature per poter viaggiare ed arrivare integro a destinazione; inoltre le coltivazioni bio impiegano meno pesticidi.

I benefici dell’alimentazione a km0

Quando parliamo di un’alimentazione a km0 stiamo parlando di cibi locali, e quindi di una gamma di prodotti che necessariamente rispettano la stagionalità e la tipicità del territorio.

Questo significa che l’alimentazione non prevedrà cibi fuori stagione, impossibili da trovare in quel periodo o cibi che non possono essere coltivati in zona. Solo per citare un esempio del nostro territorio, in Valtaro è presenta un’apprezzata Azienda Agricola che, oltre ad impiegare i prodotti a Km0 nel proprio ristorante, ha creato uno shop che include diversi prodotti emiliani a km0 di produzione locale.

Mangiare frutta e verdura di stagione comporta nutrirsi di alimenti dalle proprietà organolettiche inalterate, in grado di offrire vitamine e sali minerali nel giusto apporto.

I cibi che non sono di stagione non sono al massimo delle loro proprietà nutritive e spesso sono trattati con fertilizzanti e pesticidi per non perdere quel poco che hanno.

C’è molto differenza: un frutto bio a km0 contiene il 27% in più di un frutto coltivato con l’ausilio di fertilizzanti e pesticidi. Questo vale anche per i sali minerali; gli spinaci bio a km0 contengono +25% di ferro, le patate +21% di ferro, il cavolo contiene +40% di magnesio, +22% di fosforo.

Questa dieta permette inoltre di ridurre il rischio di sviluppare tumori, perché gli antiossidanti dei cibi rimangono intatti e previene le malattie cardiovascolari, specialmente contro la trombosi. Il cibo di stagione, e locale, non è solo più ricco di proprietà nutritive ma è anche più saporito.

Perché scegliere l’alimentazione a km0?

La salute non è l’unico motivo per cui scegliere un’alimentazione a km0. In primis diremo che il cibo che mangiamo ha un impatto ambientale non indifferente, primo fra tutti l’inquinamento. Quanti chilometri ha percorso il cibo che stai mettendo in tavola? Calcola che navi e aerei che lo trasportano inquinano, in più tutta la plastica che occorre per imballarlo. Quindi cibo locale uguale a: meno imballaggi inutili, riduzione dell’emissione di anidride carbonica e risparmio di acqua ed energia necessarie per la lavorazione.

Senza contare che i cibi fuori stagione vengono, appunto, trattati con pesticidi e agenti inquinanti per il suolo e le falde acquifere.

Va da sé che anche i prezzi non sono gli stessi: con il cibo a km0 c’è un abbattimento dei costi del carburante, dell’imballaggio e della spedizione.

Infine, altra importante motivazione è l’economia locale; acquistare da piccoli produttori e dalle filiere locali permette il sostentamento di queste piccole imprese.

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