Pizza Gourmet, l’eccellenza del piatto tipico italiano

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Da qualche anno la pizza non è più solo un semplice piatto economico frutto di pochi ingredienti. L’evoluzione del cibo più amato al mondo ha seguito una rotta del tutto inaspettata, diventando l’opera di grandi chef stellati da postare sui social: la pizza gourmet.

Quando nasce la pizza

Canonicamente, la pizza viene fatta risalire verso la fine del 1700a Napoli. In realtà, le prime tracce di focaccia sono state rinvenute non solo nel capoluogo campano ma in tutta Italia durante il periodo Medioevale. L’origine dell’alimento era davvero umile, essendo l’impasto infornato per verificare la temperatura dei forni a legna per le successive cotture. Nel primo ‘500 si ha una prima versione più definita di ciò che oggi viene considerata pizza. Aumentano così i condimenti che in questo periodo comprendono strutto, basilico e pepe. La svolta arriva nel 1830 quando viene aggiunto agli altri ingredienti il pomodoro. Poi la leggenda. Nel 1889 Raffaele Esposito, un pizzaiolo napoletano, in occasione della visita della regina Margherita di Savoia a Napoli omaggia la stessa con una pizza cotta in un forno a legna e condita con basilico, mozzarella e pomodoro. Napoli si aggiudica così il primato di essere la città dove hanno origine le prime vere pizzerie, le quali approderanno nel resto di Italia a partire dal primo dopoguerra per poi espandersi in tutto il mondo grazie agli emigrati nazionali.

L’evoluzione della pizza

Se la nascita della pizza è da attribuire a Napoli, la sua versione gourmet appartiene a Verona. Tre pizzaioli in particolare possono essere identificati come i fautori di questi piatti di qualità: Simone Padoan, Renato Bosco e Stefano Miozzo.

La cucina gourmet è un mix tra tradizione e innovazione in concerto con l’esaltazione delle materie prime, la predilezione per la territorialità, l’ottima scelta dei prodotti e l’estetica del piatto. Gli ingredienti giocano dunque un ruolo di primo piano, a partire da quelli utilizzati per l’impasto. Ogni chef sperimenta e sceglie le farine e i lieviti per creare le proprie basi. L’unico accorgimento è l’utilizzo del lievito madre, capace di garantire morbidezza, leggerezza, digeribilità e consistenza alla pasta. Gli impasti stessi variano a seconda dei condimenti che andranno ad accogliere, all’insegna della ricerca ineccepibile del giusto connubio.

Ma se già la base di per sé è un’opera d’arte, gli ingredienti utilizzati per condirla sono qualcosa di eccezionale. La ricercatezza degli stessi è ciò che differenzia la classica pizza dalla pizza gourmet, e la loro scelta e fusione è ciò che trasforma il pizzaiolo in un cuoco. I prodotti sono di alta qualità, biologici, proveniente da presidi slow food e a km 0. Così le pizza gourmet si arricchiscono di pregiato tartufo d’Alba, gambero rosso di Mazara, alici del mar Cantabrico, miele di timo, sashimi di ricciola e topping di tutti i tipi.  Anche lo stesso olio utilizzato per rifinire il piatto varia a seconda del tipo di condimento. Un’attenzione che non tralascia nessun passaggio, neanche i più scontati ed impercettibili.

In questa rivoluzione culinaria bisogna tenere in considerazioni anche quelli che sono gli attrezzi del mestiere, come il forno per pizza, il posto dove l’impasto verrà lievitato e l’impastatrice stessa. Anche l’arredo del locale necessita della stessa attenzione che si riserva alla pizza. Non serve il lusso sfrenato, ma la giusta attenzione ai particolari così da rendere una semplice cena un’esperienza immersiva e coinvolgente.

Quanto costa la pizza gourmet

Indubbiamente il prezzo di una pizza gourmet è più alto rispetto alla sua versione classica. Questo dipende chiaramente dalla materia prima utilizzata per arricchire e condire la base, quindi è difficile indentificare un range di prezzo. Anche la reputazione e notorietà dello chef/pizzaiolo esecutore del piatto incide inevitabilmente sul conto finale, soprattutto quando si tratta di alcuni maestri del settore divenuti delle vere e proprie celebrità. Certo è che alcune pizze possono arrivare a costare anche tra i 40 ed i 60 euro, quindi parecchio di più del prezzo di una classica margherita che si aggira mediamente intorno agli 8 euro. Il prezzo deve essere ovviamente giustificato poiché incappare in “trappole” accalappia clienti è molto facile. Va bene la moda ma occhio a non dover sborsare un patrimonio per una pizza sovrastimata.

 

 

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