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Dall’Olio (Europa Verde): “il Mall di Baganzola un errore che può costarci 100 milioni”

Nicola Dall’Olio, ex consigliere comunale del PD e oggi capolista alla prossime elezioni comunali per Europa Verde Parma, critica con post sulla sua pagina Facebook l’amministrazione uscente sulla gestione del Mall di Baganzola sotto sequestro giudiziario dal 2018 e ormai ridotto a scheletro di cemento.

 

“Lo scheletro di cemento armato del Mall di Baganzola è una delle più pesanti eredità lasciate dell’Amministrazione Pizzarotti– si legge nel post di Dall’Olio- Questa costruzione incompiuta rimarrà per decenni come biglietto da visita della città, proprio di fianco alle Fiera e in prossimità dell’uscita dell’autostrada. Ma, ciò che è peggio, rischia anche di essere oggetto di una colossale richiesta di risarcimento ai danni del Comune, e quindi di tutti i cittadini, da parte dell’omonima impresa costruttrice.

La definitiva approvazione del Piano di Rischio Aeroportuale, avvenuta nell’ultimo Consiglio Comunale a 10 anni esatti di distanza dall’avvio del suo iter, mette di fatto una pietra tombale sulla possibilità di realizzare il Mall, così come progettato, all’interno delle zone di rischio dell’Aeroporto.

E’ quanto le associazioni ambientaliste Legambiente, WWF ed ADA hanno sempre sostenuto, inascoltate dal Comune, ed è anche la ragione che ha portato la Magistratura a sequestrare il cantiere nel 2018.

L’Amministrazione comunale Pizzarotti, che a parole si è sempre dichiarata contraria ai grandi centri commerciali, aveva dunque tutti gli strumenti e le condizioni amministrative per impedire la realizzazione di quello di gran lunga più grande, la cui convenzione urbanistica venne approvata dall’amministrazione Vignali con il voto di alcuni consiglieri comunali PD.

Incapaci di dire no a qualsiasi iniziativa immobiliare privata, come visto anche per lo Stadio Tardini, hanno invece preferito rilasciare i permessi di costruzione tra la fine del 2017 e il 2018 con il risultato che vediamo lungo l’Autostrada e con la concreta prospettiva di una causa risarcitoria dell’ordine di 100 di milioni di euro o, in alternativa, di una trasformazione dell’area in un enorme centro logistico, di non meglio identificate funzioni, con addirittura l’estensione e il coinvolgimento di altre superfici. Tradotto: altro cemento e consumo di suolo, proprio quello che avevano promesso di fermare.

Un debito nascosto che, come quello lasciato da Vignali, sarà pagato ancora una volta dai cittadini di Parma, con i propri soldi o con ciò che resta del loro martoriato territorio”