Plusvalenze: Parma, ecco il deferimento, ma rischia al massimo una multa

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Caso Plusvalenze, capitolo ennesimo.

Il Parma Calcio, unitamente a tutti gli amministratori all’epoca dei fatti, è stato deferito al TFN per supposte violazioni dell’art.31 del codice di giustizia sportiva, che potrebbero configurare estremi di illecito amministrativo. Il deferimento segue la notifica del provvedimento di chiusura indagini di circa un mese fa ed è stato disposto nei confronti di tutte le altre 10 squadre di A e B su cui la Procura Federale ha aperto un fascicolo a seguito della segnalazione da Covisoc di 62 operazioni di calciomercato.

I 3 motivi per cui dal Parma filtra assoluta tranquillità su esito del procedimento:

1. Le 11 operazioni, in 3 sessioni di calciomercato, contestate al Parma, non configurerebbero in alcun modo plusvalenze “a specchio senza passaggio di denaro”, in quanto il *saldo finanziario dal totale delle operazioni sarebbe negativo per il Parma per 5 milioni cash, oltre un terzo del totale in acquisto.

2. Al Parma verrebbe contestato un totale di circa 7 milioni di euro di plusvalenze in 3 sessioni di calciomercato, ma le valutazioni della Procura sull’ipotetico prezzo “corretto” di ogni compravendita, sembrerebbero quanto meno opinabili. Basti pensare per esempio a Cristian Galano, ceduto dal Parma nell’estate del 2019 per circa 2 milioni di Euro e che secondo la Procura Federale non avrebbe dovuto avere un valore superiore a 600mila Euro, nonostante le 15 reti in Serie B segnate soltanto l’anno prima dall’allora 28enne attaccante. Ma al di là delle considerazioni di merito su questo o su quel giocatorie, in passato la giurisprudenza federale ha sempre convenuto sull’impossibilità di attribuire ex post valori certi e vincolanti ai singoli giocatori o alle singole operazioni.

3. La cosa più importante per il Parma però è che, anche prendendo per buone tutte le valutazioni e le rettifiche della Procura Federale su ogni compravendita, sarebbe comunque oggettiva la non influenza delle stesse ai fini dell’iscrizione al campionato 20/21. Negli accertamenti federali in sede di chiusura indagini non è stato infatti registrato un aumento di capitale di 8 Milioni di Euro effettuato da Parma Calcio il 18 Giugno 2020, in pieno rispetto delle scadenze federali per gli interventi sul patrimonio netto, fissate al 22 Agosto 2020.

Cosa rischia il Parma Calcio – Essendo esclusa qualsiasi rilevanza ai fini dei criteri per iscrizione ai campionati, che comporterebbe la possibilità di sanzioni significative, il Parma Calcio e tutti i suoi amministratori all’epoca dei fatti rischierebbero un’ammenda con diffida. Ma da fonti vicine alla società trapela la forte convinzione di poter dimostrare la totale correttezza dell’operato della società da ogni punto di vista.

Ora si attende la data dell’udienza, che presumibilmente verrà fissata entro fine Aprile o inizio Maggio.

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