Ospedale – “Di nuovo ferme le ambulanze donate per l’emergenza Covid?”

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“Pensare che le due ambulanze che l’Azienda ospedaliera di Parma ha finalmente messo in strada, dopo due anni di sostanziale inutilizzo, vadano verso un nuovo stop tra tre mesi è davvero inaccettabile. La Regione ha il dovere di vigilare sul buon esito della sperimentazione appena partita, evitando che si trasformi nell’ennesima beffa per i cittadini”. È quanto dichiara Silvia Piccinini, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, commentando la risposta che l’assessore regionale alla sanità, Raffaele Donini, ha fornito questa mattina in aula a un question time presentato dalla stessa consigliera M5S riguardo al caso delle due ambulanze in dotazione al Maggiore di Parma e che per due anni sono rimaste ferme nonostante fossero state acquistate per far fronte all’emergenza Covid.

“Soltanto dopo il nostro interessamento al caso, l’Azienda ospedaliera si è finalmente decisa a togliere dal garage questi due mezzi e a utilizzarli assieme ai sei autisti assunti attraverso una graduatoria ad hoc – spiega Silvia Piccinini – Un utilizzo che, come confermato dallo stesso Donini oggi in aula, sarà limitato al trasporto interospedaliero e soltanto per un periodo di circa tre mesi, al termine del quale verrà fatta un’ulteriore valutazione. L’impressione però è che l’Azienda ospedaliera abbia già deciso di non confermare questo servizio, visto che per i prossimi giorni è già stato programmato un incontro con i sindacati proprio su questo tema. Uno scenario assolutamente inaccettabile e contro il quale la Regione ha il dovere di vigilare con grande attenzione. Non possiamo permettere che al danno per i due anni di inutilizzo di queste due ambulanze se ne vada a sommare un altro. Sarebbe un’autentica beffa visto le ingenti risorse pubbliche investite sia per l’acquisto dei mezzi che per l’assunzione degli autisti. Piuttosto è necessario che la Regione si impegni affinché, alla fine di questi tre mesi di sperimentazione, il servizio non solo venga confermato ma addirittura implementato con il coinvolgimento negli interventi di emergenza-urgenza che oggi sono sostanzialmente a carico dei privati attraverso convenzioni molto onerose per le casse pubbliche” conclude Silvia Piccinini.

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