Cardiochirurgia, innovativo intervento di riparazione della valvola mitralica a cuore battente

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Per la prima volta all’Ospedale Maggiore di Parma una equipe di cardiochirurghi, cardiologi e anestesisti ha eseguito un innovativo intervento di riparazione della valvola mitrale usando una nuova tecnica di approccio mininvasivo, con dispositivo Neochord.

La tecnica ha permesso di eseguire l’intervento a cuore battente e senza circolazione extracorporea su una paziente parmigiana di 81 anni. Questo approccio riduce sensibilmente sia i tempi dell’operazione portandoli da circa 4 ore a poco meno di 2 sia quelli del post operatorio con un ricovero in via precauzionale in terapia intensiva cardiochirurgica, limitato solo alla giornata dell’operazione.

La donna aveva accusato diversi mesi fa un edema polmonare e dopo la presa in carico di cardiologici e cardiochirurghi era stato programmato l’intervento. Poi la signora ha contratto il covid, fortunatamente in forma non particolarmente critica ma che comunque ha richiesto il ricovero al padiglione Barbieri, la guarigione dall’infezione, e ora  l’intervento cardiochirurgico. E’ una storia a lieto fine quella della signora Marisa che ha voluto ringraziare i medici: “è infatti grazie a loro se ho prima sconfitto il covid e se adesso ho un cuore rimesso a nuovo. Tutto ha funzionato bene e non smetterò mai di dirvi grazie”.

La tecnica consiste nella riparazione della valvola mitrale con il posizionamento di corde in gore-tex sul lembo malato della mitrale. Attraverso un piccolo taglio nel torace si accede al ventricolo sinistro usando il dispositivo Neochord per fissare nuove corde alla valvola

“E’ stato davvero un lavoro a sei mani tra noi cardiochirurghi, cardiologi e anestesisti. Questo tipo di intervento – precisa Suad El Qarra – avviene a cuore battente e non richiede particolari tipi di intubazione selettiva. Il paziente viene addormentato per poche ore e risvegliato direttamente al tavolo operatorio. L’impatto è quindi molto meno aggressivo rispetto alle tradizionali operazioni di cardiochirurgia”.

Ad effettuare l’intervento insieme a El Qarra il cardiochirurgo Andrea Agostinelli, i cardiologi Sergio Suma e Nicola Gaibazzi, coordinatore delle attività ambulatoriali cardiologiche, Andrea Ramelli e Silvia Grossi, anestesisti del 1° servizio di Anestesia e Rianimazione, diretto da Sandra Rossi, insieme allo strumentista Antonio Curia, all’infermiera di sala Serena Cazzato coordinati da Elena Castelli.

In questa prima operazione con il personale del Maggiore anche il cardiochirurgo prof. Stefano Salizzoni dell’Azienda ospedaliero-universitaria Le Molinette di Torino che insieme al professore Mauro Rinaldi è stato pioniere in Italia di questa tecnica di riparazione mininvasiva.

“Tutta l’equipe della cardiochirurgia, grazie ad una formazione e a una collaborazione con Centri di fama internazionale, ha acquisito da anni massima competenza in tecniche operatorie innovative e tra loro diversissime – precisa il prof. Francesco Nicolini direttore della Cardiochirurgia. Il nostro bagaglio ci permette di adattare le tecniche al paziente andando quindi a scegliere per ogni individuo la procedura operatoria migliore che meglio si adatta alle sue caratteristiche e non viceversa”.

“Grazie alle competenze maturate dagli specialisti di Azienda Ospedaliero- Universitaria – ha precisato il direttore generale Massimo Fabi, alle migliori tecnologie e all’organizzazione attuata e soprattutto grazie all’enorme passione e bravura dei clinici riusciamo ad ottenere grandi risultati. Il mio grazie va all’equipe che ha portato a termine questo intervento e a tutto il personale dell’Ospedale per il grande lavoro, davvero di squadra, che quotidianamente svolge”.

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