Il cooperante salsese Alberto Livoni fermato in Etiopia

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C’è anche un italiano, il volontario Alberto Livoni, in stato di fermo in Etiopia dove nelle ultime settimane decine di dipendenti locali delle Nazioni Unite sono stati arrestati durante le operazioni contro i ribelli del Tigré nell’ambito dello stato di emergenza in vigore nel Paese nordafricano. Livoni, nato a Salso, da anni si è trasferito all’estero. «La situazione è delicata», fanno sapere le stesse fonti, che sottolineano che, se di norma uno stato di fermo dura 72 ore, in Etiopia a causa dell’attuale stato di emergenza il normale funzionamento delle regole è sospeso.

L’Ambasciata d’Italia ad Addis Abeba, in stretto raccordo con la Farnesina, segue con grande attenzione la vicenda di Livoni, in stato di fermo presso la Addis Ababa Police Commission, al quale sta prestando ogni necessaria assistenza ed è in contatto con le competenti Autorità locali e con i familiari.

Livoni  è in buona salute e viene visitato quotidianamente dalle autorità consolari italiane in una stazione di polizia, dove è detenuto. Lo si è appreso da Addis Abeba.

Salsese di nascita e poi trasferito a Pellegrino, ha 65 anni, ed è in Etiopia con il Vis, il Volontariato internazionale per lo sviluppo, una ong che affianca i salesiani in progetti di scolarizzazione e formazione professionale di giovani e che è molto attiva nel nord del Tigré. L’arresto da parte di forze di sicurezza risale a sabato scorso ed è avvento nella sua abitazione ad Addis Abeba dopo un’irruzione, si è appreso inoltre. Assieme a lui sono stati fermati due colleghi etiopi del Vis.

Le autorità etiopi vogliono accertare perché Livoni avrebbe ceduto 20 mila dollari a una persona: anche se non è stata formalizzata alcuna accusa, gli inquirenti etiopi sospettano che i fondi siano serviti ad aiutare i miliziani del Fronte popolare di liberazione del Tigré (Fplt) lanciati ora alla conquista della capitale. Il giorno prima, come noto, forze militari governative avevano fatto irruzione in un centro per l’istruzione di bambini gestito dai Salesiani nella zona di Gottera ad Addis Abeba arrestando 17 tra sacerdoti, fratelli e impiegati nel Centro. Un missionario italiano, Padre Isidoro, come si è appreso in seguito, è stato rilasciato nel pomeriggio ma gli altri etiopi a oggi sono ancora in stato di fermo.

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